PESARO - Prende a morsi l’ex compagno, finisce condannata. È la sentenza di uno dei processi che vede coinvolta una donna di 33 anni, protagonista di un rapporto turbolento con l’ex di 47 anni. Ieri davanti al giudice monocratico del tribunale di Pesaro la donna era accusata di lesioni aggravate nei confronti dell’ex.
Non accettava in particolare che la loro figlia volesse stare col padre e durante un incontro protetto la donna ha dato in escandescenze arrivando a prendere a morsi l’uomo su una spalla e causandogli delle ferite giudicate dai sanitari guaribili in tre giorni. In quella circostanza aveva aggredito anche le assistenti sociali a suo dire complici di tutto. Ovviamente era partita la denuncia e si è arrivati in aula. La donna è stata condannata a 6 mesi di reclusione e a un risarcimento di 500 euro oltre le spese legali da pagare per il processo. L’avvocatessa Pia Perricci segue la parte offesa e ha chiesto vari risarcimenti per padre e figlia, perché il rapporto travagliato ha dato vita a più processi.
La 33enne aveva denunciato l’ex sostenendo che lui l’aveva colpita con pugni su tutto il corpo causandole lesioni guaribili in 5 giorni. Il tutto, secondo l’accusa, sapendolo innocente. C’è anche un processo per molestie e disturbo perché lei avrebbe bersagliato l’ex di messaggi e telefonate in cui apostrofava lui con aggettivi dispregiativi, volgari e degradanti. Infine una condanna per minacce e lesioni. Lei aveva detto all’ex frasi come «Ti gambizzo», «Ti rovino vado in galera ma ti ammazzo», «Ti distruggo la macchina» e «Ti appiccico al muro. Poi gli schiaffi e i graffi che hanno provocato delle escoriazioni sul corpo giudicate guaribili in 7 giorni. In quella occasione era stata condannata a 900 euro di multa.