VALLEFOGLIA - Una scritta disonorevole sul muro di una casa e scattano le indagini. A finire a processo è un uomo di 70 anni, ma l’avvocato imposterà la sua difesa a colpi di perizie calligrafiche. Intanto ieri mattina in aula un colpo di scena. I fatti risalgono a un paio di anni fa quando sul muro di un’abitazione nella zona di Vallefoglia è apparsa un’ingiuriosa scritta a bomboletta spray rossa.
La perizia
«Qui sesso gratis al terzo piano». Un’allusione non certo piacevole e soprattutto con una destinataria ben precisa. La persona offesa non poteva che essere una, visto che al terzo piano abitava solo lei. Ma chi poteva essere il responsabile? A puntare il dito sul 70enne è stata la donna stessa, vittima delle scritte offensive. La scritta successivamente è stata cancellata e il settantenne viene raggiunto dall’avviso di garanzia. Ed è proprio in questo frangente che la scritta appare nuovamente. E per la seconda volta è lui a essere accusato.
I due procedimenti sono stati riuniti e l’uomo è accusato di diffamazione nei confronti della donna sulla 50ina disonorata dalla scritta. Ma anche per il reato di deturpamento e imbrattamento delle cose altrui, aggravato dal fatto di averlo commesso allo scopo di diffamare la vittima. La difesa, nel corso delle indagini si è rivolta a un professionista per una doppia perizia calligrafica delle due scritte apparse.
Emergerebbe che la mano è la stessa, ma la tesi difensiva è che non sarebbe quella dell’imputato.
Il trambusto
Sono stati sentiti i testi, dalla persona offesa, ai residenti. E proprio la signora vittima delle scritte avrebbe in un primo momento ritirato la querela per diffamazione. Ma dopo essere uscita dall’aula ci ha ripensato, è tornata indietro e ha chiesto di annullare quel verbale. Un caso con mille rivoli e che dunque andrà avanti con l’escussione di altri testi, fino a sentenza.