Salta la vendita dell'orologio, lancia il casco all'addetto del Compro Oro

Salta la vendita dell'orologio: lancia il casco all'addetto del Compro Oro
Salta la vendita dell'orologio: lancia il casco all'addetto del Compro Oro
di Luigi Benelli,
2 Minuti di Lettura
Mercoledì 16 Febbraio 2022, 05:50

PESARO Un orologio prezioso, un contratto di vendita poi le botte con il casco. Rinviato a giudizio per truffa e tentata estorsione un 38enne pesarese. Ieri udienza preliminare davanti al Gup di Pesaro per un pesarese gravato di alcuni precedenti per droga che si era recato a un compro oro per tentare di vendere un orologio marca Omega. Un orologio importante, valutato in prima battuta 3500 euro. Il venditore ha accettato l’offerta e ha sottoscritto un contratto di vendita facendosi consegnare un anticipo di 500 euro. Ha lasciato l’orologio al Compro Oro, sottolineando che sarebbe tornato a riscuotere il resto della somma. 
La ricostruzione
Tutto sembrava fatto, con una bella stima. E così ha fatto all’indomani, recandosi nuovamente in negozio, nella prima periferia di Pesaro. Ma di lì a poco le cose erano totalmente cambiate. L’addetto del compro oro ha sostenuto che l’orologio non era originale e che non valeva la cifra richiesta. Sarebbe stato disponibile a restituire la caparra ma non a pagare i 3000 euro restanti. Il venditore sarebbe andato su tutte le furie ed è nato un diverbio che sarebbe proseguito anche nei giorni successivi quando i due si sono ritrovati in strada. Di qui gli insulti e qualcosa di più perché il 38enne avrebbe intimato al 50enne di dargli l’intera somma e lo avrebbe anche colpito con il casco dello scooter. L’uomo non si è fatto refertare, né ci sono telecamere che hanno immortalato la scena. Ma ci sarebbero dei testi. Motivo per cui è scattata la denuncia e il venditore è stato rinviato a giudizio per tentata estorsione e truffa per aver proposto un orologio falso, a detta del dipendente del compro oro. L’avvocato dell’imputato, Enrico Andreoni, è pronto a far valere le ragioni del suo assistito.
La linea difensiva
La linea difensiva poggia sul fatto che è stato stipulato un contratto accettato da ambo le parti e che l’orologio è rimasto in negozio. «Chi ci dice che non siano stati cambiati dei pezzi o degli ingranaggi che ne abbiano minato la presunta autenticità?». È in sintesi la domanda chiave a cui si dovrà rispondere durante il dibattimento.

Verranno ascoltati diversi testimoni per dipanare il dilemma.

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