Pesaro, presenta una busta paga falsa per l’affitto: l’inquilina sarà processata

Il tribunale di Pesaro
Il tribunale di Pesaro
di Luigi Benelli
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Giovedì 13 Aprile 2023, 01:50 - Ultimo aggiornamento: 19:14

PESARO - La finta busta paga data a garanzia per poter entrare in affitto nell’appartamento. In 2 a processo per truffa aggravata, insolvenza fraudolenta e tentata estorsione nei confronti di una anziana pesarese. Il caso ieri è finito davanti al Gup e vedeva indagati una 35enne di origini rumene e un 36enne pesarese giudicato con rito abbreviato.

Tutto è iniziato i primi di settembre 2020 quando una 84enne pesarese ha messo in affitto il suo secondo appartamento in viale Trento. È stata contattata da una donna rumena di 37 anni, che le chiedeva di visionare l’immobile per un’eventuale locazione. Nell’occasione all’anziana, accompagnata all’incontro con la rumena da una vicina di casa, è stata esibita una busta paga che avrebbe dovuto certificare l’occupazione e quindi la capacità economica dell’aspirante inquilina. La 84enne, così rassicurata dalla posizione lavorativa e intenerita dalla figlioletta della donna rumena presente al colloquio, si è decisa a rifiutare le altre proposte e a locare l’immobile alla 37enne con regolare contratto. Peccato che la busta paga era finta, così come l’assegno dato a garanzia per le prime rate. Già da subito i due si sarebbero resi resi inadempienti arrecando danni alla anziana 84enne. Infine i due avrebbero anche minacciato di adire alle vie legali se la 85enne non avesse restituito le due mensilità iniziali per il contratto di locazione, mai realmente acquisiti, pari a 1200 euro circa. Da qui è partita la battaglia legale, ma i due sono rimasti in casa dal settembre 2020 fino ai primi di marzo del 2022, senza corrispondere soldi. E lo sfratto fu bloccato dal decreto sostegni che aveva sospeso le esecuzioni immobiliari per via del covid. 
La signora è tutelata dall’avvocato Andrea La Torraca che ha chiesto 25 mila euro di risarcimento, ovvero le 16 mensilità mai pagate e 10 mila euro per i danni fatti all’appartamento come il portone sfondato.

Ieri il 36enne, giudicato con rito abbreviato, era assistito dall’avvocatessa Sara Battaglia che ha sottolineato la mancanza della prova dato che i rapporti contrattuali erano con la ragazza romena e anzi il 36enne si era fatto intestatario delle utenze per poter garantire luce, gas e acqua. Il pm aveva chiesto 2 anni. La 35enne è stata invece rinviata a giudizio e affronterà il dibattimento davanti al giudice.

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