Gli esperti
Il pool di periti è composto dal consulente del Gip Pietro Pietrini, ordinario di Psichiatria, Stefano Zago specialista in neuroscienze. I consulenti del pm sono Renato Ariati e Marco Samory. Quelli della parte offesa sono Marziano Cerisoli e Monia Vagni mentre la difesa dell’indagato ha scelto Anna Maria Casale. L’avvocato Salvatore Asole che assiste Alessandrini ha sottolineato all’uscita: «Concordiamo pienamente con le conclusioni del collegio peritale inteso come consulenti del giudice. Hanno posto in evidenza varie patologie che vanno dal disturbo di personalità, comportamento border line associato all’abuso di sostanze e alcol, che rendono la situazione psicofisica dell’Alessandrini alquanto grave. Per questo concludono per la semi-infermità con una capacità fortemente scemata. Questo ci ha portato a concludere che per Alessandrini è necessario un piano integrato che contenga una componente psicofarmacologica, psicoterapeutica e di reinserimento sociale.
La difesa
L’avvocato Asole è pronto a un passo successivo. «Ho avuto un confronto con il pubblico ministero Silvia Cecchi per informarla che presenterò una istanza al Gip di richiesta di trasferimento dell’Alessandrini in una residenza protetta adatta alle cure del caso, la Rems». Tutto questo pur confermando il fatto della «pericolosità sociale» di Michael messa nero su bianco nelle conclusioni della perizia. Ci sono anche altri aspetti che riguarderanno il futuro del processo e le possibili condanne. Il primo tema riguarda la premeditazione. Nel caso in cui non sia contestata questa aggravante, l’indagato potrà essere giudicato con rito abbreviato che presuppone lo sconto di un terzo della pena. E potrà beneficiare anche di un ulteriore riduzione dovuta alla semi-infermità mentale.
Asole precisa: «Abbiamo discusso su quanto scritto dai periti. Qualcuno ha provato ad avanzare il fatto che ci potesse essere una premeditazione in quelle residue capacità di intendere e volere, ma i periti lo hanno escluso. Non è loro competenza e prerogativa, però da un punto di vista psichico questa è stata esclusa». Ora toccherà alla procura a formulare il capo di imputazione definitivo che dovrebbe contenere le aggravanti della crudeltà, futili motivi e minorata difesa della vittima. «Se non sarà contestata, come presumiamo, la premeditazione chiederemo un rito abbreviato – continua Asole – usufruendo di tutte le attenuanti del caso a partire dalla semi-infermità e comportamento processuale».
Le parti civili
Uno scenario dunque che renderebbe molto lontano l’ergastolo. Spetterà al pm Silvia Cecchi formulare la richiesta di rinvio a giudizio e la chiusura delle indagini preliminari. Poi la palla passerà alla difesa per la scelta del rito. La famiglia di Pierpaolo si è costituita parte civile con l’avvocato Paolo Biancofiore.
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