Omicidio Panzieri a Pesaro, semi infermità per Alessandrini: comportamenti borderline e abuso di alcol ma può essere processato

Il fratello e i genitori di Pierpaolo Panzieri pugnalato a Morte da Alessandrini
Il fratello e i genitori di Pierpaolo Panzieri pugnalato a Morte da Alessandrini
di Luigi Benelli
3 Minuti di Lettura
Sabato 9 Settembre 2023, 03:00 - Ultimo aggiornamento: 10 Settembre, 08:11
PESARO Semi infermità mentale per Michael Alessandrini. E’ questo il giudizio del pool dei medici e tecnici che hanno condotto la perizia psichiatrica. Centoquaranta pagine più gli allegati per oltre 300 fogli che ieri sono stati depositati e presentati al Gip Antonella Marrone. Il 30enne pesarese, in carcere dallo scorso 16 marzo, dopo l’estradizione in Italia dalla Romania, reo confesso dell’omicidio di Pierpaolo Panzieri la sera del 20 febbraio avvenuto in casa con 17 coltellate, potrà affrontare il processo, ma la sua capacità viene giudicata «fortemente scemata». Un’udienza di oltre due ore a cui ha preso parte tutto il pool di periti.  


Gli esperti


Il pool di periti è composto dal consulente del Gip Pietro Pietrini, ordinario di Psichiatria, Stefano Zago specialista in neuroscienze. I consulenti del pm sono Renato Ariati e Marco Samory. Quelli della parte offesa sono Marziano Cerisoli e Monia Vagni mentre la difesa dell’indagato ha scelto Anna Maria Casale. L’avvocato Salvatore Asole che assiste Alessandrini ha sottolineato all’uscita: «Concordiamo pienamente con le conclusioni del collegio peritale inteso come consulenti del giudice. Hanno posto in evidenza varie patologie che vanno dal disturbo di personalità, comportamento border line associato all’abuso di sostanze e alcol, che rendono la situazione psicofisica dell’Alessandrini alquanto grave. Per questo concludono per la semi-infermità con una capacità fortemente scemata. Questo ci ha portato a concludere che per Alessandrini è necessario un piano integrato che contenga una componente psicofarmacologica, psicoterapeutica e di reinserimento sociale.

Un programma che ci è sembrato di capire non sia compatibile con una detenzione in carcere». 


La difesa


L’avvocato Asole è pronto a un passo successivo. «Ho avuto un confronto con il pubblico ministero Silvia Cecchi per informarla che presenterò una istanza al Gip di richiesta di trasferimento dell’Alessandrini in una residenza protetta adatta alle cure del caso, la Rems». Tutto questo pur confermando il fatto della «pericolosità sociale» di Michael messa nero su bianco nelle conclusioni della perizia. Ci sono anche altri aspetti che riguarderanno il futuro del processo e le possibili condanne. Il primo tema riguarda la premeditazione. Nel caso in cui non sia contestata questa aggravante, l’indagato potrà essere giudicato con rito abbreviato che presuppone lo sconto di un terzo della pena. E potrà beneficiare anche di un ulteriore riduzione dovuta alla semi-infermità mentale. 
Asole precisa: «Abbiamo discusso su quanto scritto dai periti. Qualcuno ha provato ad avanzare il fatto che ci potesse essere una premeditazione in quelle residue capacità di intendere e volere, ma i periti lo hanno escluso. Non è loro competenza e prerogativa, però da un punto di vista psichico questa è stata esclusa». Ora toccherà alla procura a formulare il capo di imputazione definitivo che dovrebbe contenere le aggravanti della crudeltà, futili motivi e minorata difesa della vittima. «Se non sarà contestata, come presumiamo, la premeditazione chiederemo un rito abbreviato – continua Asole – usufruendo di tutte le attenuanti del caso a partire dalla semi-infermità e comportamento processuale».


Le parti civili


Uno scenario dunque che renderebbe molto lontano l’ergastolo. Spetterà al pm Silvia Cecchi formulare la richiesta di rinvio a giudizio e la chiusura delle indagini preliminari. Poi la palla passerà alla difesa per la scelta del rito. La famiglia di Pierpaolo si è costituita parte civile con l’avvocato Paolo Biancofiore.

© RIPRODUZIONE RISERVATA