Delitto a Pesaro, nuovo rinvio per la perizia su Alessandrini. Il giudice vuole ascoltare i genitori. L’avvocato Asole: «Allora si sposti anche l’udienza dell’8 settembre»

Il tribunale di Pesaro
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Mercoledì 2 Agosto 2023, 03:10 - Ultimo aggiornamento: 12:43
PESARO Delitto Panzieri, ancora una proroga per il deposito della perizia psichiatrica di Michael Alessandrini. Dovranno essere sentiti i genitori. La difesa esprime «rabbia e rammarico». Il 30enne pesarese, in carcere dallo scorso 16 marzo, dopo l’estradizione in Italia dalla Romania, reo confesso dell’omicidio di Pierpaolo Panzieri la sera del 20 febbraio, ha già effettuato vari confronti e diversi colloqui con i medici.


Il secondo stop


La perizia sulla capacità di intendere e di volere doveva essere depositata il 31 luglio. Inizialmente la data doveva essere quella del 30 giugno, ma è stata concessa una proroga. Una volta redatta la perizia medici e avvocati si dovrebbero ritrovare davanti al giudice per l’udienza dell’8 settembre alle ore 10. «Tutte le parti si aspettavano il deposito della perizia – sottolinea il legale di Alessandrini Salvatore Asole – Abbiamo ricevuto una Pec dall’ufficio del Gip in cui si chiede una ulteriore proroga fino al 20 agosto. E’ una perizia complessa e vogliono sentire i genitori di Alessandrini per avere delle conferme sul suo vissuto e su quanto ha raccontato. Non è una perizia facile come conferma la mia consulente di parte, necessita di ulteriori approfondimenti. Ma siamo rammaricati perché le perizie di parte dovranno essere depositate 5 giorni prima dell’udienza dell’8 settembre, un lasso di tempo troppo breve». 
Asole si sfoga: «Non penso che Alessandrini sia un ragazzo sano di mente, ci sono grossi deficit nella sua psiche. Avevamo già pensato di chiedere un trasferimento in una struttura sanitaria che possa curarlo perché non è compatibile con il percorso carcerario.

Vive isolato in infermeria, questo non lo aiuta ad affrontare la sua patologia. Servono cure adeguate in strutture idonee». 

La difesa


Dunque la difesa è pronta «a chiedere un differimento rispetto all’udienza dell’8 settembre per consentire ai consulenti di parte di poter redigere le loro perizie. «Tutto questo va a scapito di Alessandrini». I periti dovranno rispondere rispetto al quesito sulla capacità di intendere e di volere al momento dell’omicidio, la capacità processuale e l’eventuale pericolosità sociale. Un passaggio fondamentale che potrebbe condizionare tutto il procedimento. Se fosse dichiarata totalmente la sua incapacità di intendere e di volere, ci sarà un non luogo a procedere e si opterà per una misura di sicurezza in una Rems (le residenze che hanno sostituito gli ospedali psichiatrici giudiziari ndr). Michael non si è mai sottratto al confronto coi periti, ha sempre risposto. Alessandrini non ha mai negato l’omicidio, ma aveva escluso il motivo passionale. Non aveva mostrato pentimento. Aveva riferito di aver adempiuto a una voce divina che in quel momento gli ha imposto di uccidere il povero Pierpaolo in quanto a suo giudizio era un “malfattore”.


Il delirio


Questa la parola usata da Michael. Il motivo è da ricercare nell’intreccio che porta a quella donna già tirata in ballo, Julia. Michael avrebbe voluto proteggere quella ragazza fragile, agendo per conto di Jahvè, il dio biblico degli eserciti. Alessandrini avrebbe quindi agito come “giustiziere”. I consulenti dunque dovranno confrontarsi ancora per chiudere la perizia, questa volta ascoltando i genitori.

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