Pesaro, il colpo di coda avvelenato del maltempo: divieti di balneazione su alcuni tratti di spiaggia

Pesaro, il colpo di coda avvelenato del maltempo: divieti di balneazione su alcuni tratti di spiaggia
Pesaro, il colpo di coda avvelenato del maltempo: divieti di balneazione su alcuni tratti di spiaggia
di Letizia Francesconi
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Venerdì 9 Giugno 2023, 07:41 - Ultimo aggiornamento: 13:02

PESARO - Prime conseguenze dell’alluvione del 16 maggio scorso. Scatta il divieto di balneazione temporaneo, nei tratti di arenile di Baia Flaminia, fra il lungomare di viale Parigi, viale Berna e la foce del Foglia, e fino a 30 metri a sud dalla foce del Genica. Provvedimento è stato emesso ieri dall’Amministrazione comunale in seguito ai rilevamenti compiuti da Arpam che hanno segnalato il superamento del valore limite di parametri. L’ordinanza rimarrà in vigore finché gli stessi non rientreranno nei limiti di legge.

«È comunque probabile, o almeno questo è l’auspicio – commenta l’assessora all’Ambiente Maria Rosa Conti – che i tempi siano anche piuttosto brevi, vista la riconducibilità della variazione dei valori rispetto alle piogge, che hanno interessato il territorio negli ultimi giorni.

Nel frattempo i controlli di Arpam proseguiranno come previsto per legge e con costanza». 

Le reazioni

Il divieto di fare bagni riguarda tratti circoscritti: qualche stabilimento balneare a sud della foce del Genica e il tratto libero della spiaggia libera di Baia Flaminia. Le reazioni: rammarico, preoccupazione e nervosismo fra i nostri operatori, perché anche se i divieti non interessano altri tratti di lungomare, si sa che il mare è sempre in movimento e non si ferma ai confini. E la colorazione più scura o quasi salmastra dell’acqua non sta invogliando i pesaresi a prendere d’assalto gli stabilimenti. 
«In questi giorni c’è un via e vai continuo dei tecnici Arpam – commenta Marco, gestore di bagni Gino 34 proprio alla foce del Genica – noi gestori arriviamo fino dove è possibile. Fra l’altro le ruspe stanno ancora lavorando fra il Genica e il tratto terminale di viale Trieste per sistemare la spiaggia, pulire e riportare la sabbia. Ma non siamo certo l’unico tratto dove l’acqua è più sporca, bensì è un problema che tocca tutti. Solo pochi giorni fa, dei bagnanti e bambini, erano sulla battigia e in acqua, proprio in prossimità della foce, praticamente a bagno nella buca che si è formata dopo l’esondazione del torrente, dove le ruspe stanno lavorando, eppure nessuno dei tecnici del Comune ha pensato di segnalare l’area anche con delle strisce rosse. Il nostro stabilimento ha posto il cartello di avviso per il divieto alla balneazione ma più che informare all’arrivo famiglie e ragazzi, non possiamo fare. I clienti arrivano e chiedono, altri li vediamo camminare in acqua o lungo la battigia, a tutti ripetiamo che è a loro rischio e pericolo. Cartelli di divieto che però il Comune sa bene che dovrebbe apporre non solo alla foce del Genica ma per giusta regola anche a 500 metri dalla foce. Perché più a sud della mia concessione, per esempio a bagni Marino e vicini, non si prevede lo stesso divieto?».
«Fa sorridere, parlando del tratto sud di viale Trieste - commenta Andrea Ranocchi di bagni Marevivo a Levante, che il divieto sia posto solo alla foce del Genica, quando in questo tratto non siamo per così dire messi in condizioni migliori visto il colore dell’acqua. Ovvio, alla foce i valori non conformi sono al massimo, ma solo per fare un esempio nel primo pomeriggio di ieri sono andato al largo con il moscone per posizionare delle boe e l’acqua è molto sporca. Non è una questione che interessa solo l’arenile sotto-costa ma tutto l’Adriatico dalla Romagna a Fano ne sta risentendo. Oltretutto al largo si vede una diffusa fioritura algale, dovuta come conferma una mia cliente che lavora in Arpam a tutte le “proteine” e cioè quei componenti arrivati in mare dopo l’alluvione con il riversamento dei fiumi».

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