PESARO - Sos medici di continuità assistenziale cercansi. Si tratta dei sanitari impegnati nelle sedi dell’ex guardia medica. Un problema che in prospettiva è di portata regionale e che, a cascata, investe anche il territorio di Pesaro e Urbino dove attualmente sono in funzione 19 punti di Continuità assistenziali dislocati sulle tre sedi dei distretti sanitari di Pesaro, Fano e Urbino.
L’ultima comunicazione scritta del 2 settembre scorso a firma del direttore regionale del servizio Salute e del direttore sanitario di Asur Marche è stata inoltrata al Servizio Sanità e, per conoscenza, anche alla Regione e ai direttori di Area Vasta.
La comunicazione
Coinvolge anche l’Ordine dei medici e il sindacato Fimmg dei medici di medicina generale.
Le possibilità
«Ci è stata per ora solo inoltrata una comunicazione generica – spiega Battistini - e aspettiamo il da farsi. Il problema è reale e può soltanto acuirsi nei mesi di ottobre e novembre. Da ciò che è dato sapere la situazione più problematica, con la maggiore scarsità di medici di guardia in divenire, coinvolge il distretto di Pesaro, dalla sede del capoluogo, a quelle di Vallefoglia (Montecchio) e Gabicce, proprio per la conformazione più estesa del territorio. Una situazione che si è fatta più grave fra prima, seconda ondata e campagna vaccinale in corso, dove, nei mesi scorsi, anche i medici di continuità Usca si sono divisi fra turni da coprire e assistenza a domicilio. Problema riconducibile al peso delle iscrizioni sempre più in crescita alle scuole di specializzazione medica con 17 mila e 400 iscritti nella formazione medico specialistica. E’ anche vero che per i medici specializzandi in terza fascia, dal terzo anno fino alla conclusione del ciclo di studi, questi possono decidere di svolgere anche l’attività delle Usca, ma hanno comunque obbligo di frequenza, e casi come questi distolgono così altri giovani medici dall’attività di guardia. Solo l’Ordine pesarese iscrive intorno ai 60-70 medici all’anno e la maggioranza di loro prosegue entrando nelle specializzazioni. A fronte di numeri complessivi di medici carenti, il rischio potrebbe essere una rimodulazione al ribasso dei turni. Penso per esempio agli attuali turni alla guardia di Pesaro, ma nel caso non si trovassero medici o una soluzione concertata con la Regione, la copertura potrebbe ridursi».
Valutazioni
Preoccupato anche il medico di base Francesco Montesi: «Si è chiesta la convocazione di un tavolo urgente. Oltre a una problematica legata ai numeri dei medici o ai vincoli delle scuole di specializzazione, c’è anche un problema di tipo economico. Basti pensare che il corrispettivo orario per un servizio di guardia si aggira intorno ai 22 euro. Se il medico specializzando è medico Usca spettano 40 euro orari e se è medico vaccinatore siamo intorno ai 50-60 euro all’ora. Perché tale disparità e perché un medico dovrebbe scegliere di fare il guardista se in Usca ha un trattamento diverso? Per non parlare dei problemi a monte ancora irrisolti a livello contrattuale e di potenziamento della medicina territoriale diffusa. Una carenza che si è sentita fin da questa estate, quando non è stata garantita neppure la Guardia turistica».
La struttura
I medici di continuità assistenziale entrano in funzione dopo le 20 o nei weekend al fine di garantire la continuità dell’assistenza per l’intero arco della giornata e per tutti i giorni della settimana integrando l’attività del medico di famiglia (Mmg) e del pediatra di libera scelta (Pls). Il servizio di continuità assistenziale è svolto da medici per assicurare le prestazioni sanitarie non differibili (ma diverse dall’emergenza/urgenza) che richiedono l’intervento o il consulto di un medico.