Natalia colpita con 7 coltellate, quella fatale al cuore. Adesso il marito omicida in cella si dispera

La casa dell'omicidio e la vittima Natalia
La casa dell'omicidio e la vittima Natalia
di Luigi Benelli
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Mercoledì 29 Dicembre 2021, 07:50

GRADARA - Omicidio di Gradara, ieri pomeriggio è stata eseguita l’autopsia sul corpo della donna ammazzata dal marito. Oggi è invece prevista l’udienza di convalida del fermo per Vito Cangini, pensionato incensurato di 80 anni accusato di omicidio volontario dopo l’accoltellamento della moglie Natalia Kyrychok, 61 anni ucraina, cuoca di un ristorante a Cattolica, sposata da 17 anni.

Uccisa tra il 25 e il 26 dicembre
La donna è stata uccisa nella notte tra il 25 e il 26 dicembre, a cavallo tra Natale e Santo Stefano, raggiunta da almeno sette coltellate al petto, ma è stato un fendente che ha raggiunto il cuore a provocare la morte istantaneamente.

Prima però la donna ha cercato di difendersi come testimoniano alcuni lividi ed escoriazioni che sono state riscontrate sulle braccia, sulle mani e sulla schiena. Una ferita anche in una gamba. Cangini è reo confesso: ha reso dichiarazioni spontanee nell’immediatezza dei fatti ai carabinieri, venuti a cercarlo a casa, dopo che aveva telefonato al datore di lavoro della moglie, il quale si è poi rivolto ai militari di Cattolica.

Il nuovo legale
L’avvocato Stefano Vichi non difende più l’indagato, ora ad assistere Cangini è Simone Romano del foro di Bologna. Il legale ha già incontrato il suo cliente, apparso un uomo disperato per quanto accaduto, ancora molto confuso e che fissa il vuoto sapendo che la moglie non c’è più e anche la sua vita sarà segnata per sempre. Se il legale Vichi aveva parlato di una perizia psichiatrica, Romano è apparso molto più cauto a riguardo. Un uomo che è stato “trasparente” nel suo racconto al pm e ai carabinieri. Un omicidio maturato nelle mura di casa, una villetta isolata nelle campagne della frazione di Fanano di Gradara.

Il movente della gelosia
L’uomo si era convinto che lei lo tradisse col suo datore di lavoro, cosa mai riscontrata. La notte tra Natale Santo Stefano quando la moglie è ritornata da casa dopo il turno di lavoro è scoppiata la lite furiosa pare per un rapporto sessuale promesso, tanto che lui avrebbe preso il Viagra per sostenere la prestazione. Ma lei, una volta tornata si è coricata su un fianco rifiutandosi. L’uomo ha reagito violentemente, è andato in cucina, ha preso un coltello (l’arma è stata ritrovata e posta sotto sequestro) e l’ha colpita violentemente al petto fino ad ucciderla con una serie di fendenti di cui uno mortale.

Il cadavere nella casa
Poi, si è messo a dormire col cadavere a terra, in camera, e una volta svegliatosi al mattino ha fatto colazione, ha preso il suo cane ed ha fatto una passeggiata. Ha iniziato a bere e ha confessato l’omicidio prima a un vicino di casa, invitandolo a chiamare i carabinieri. Poi al datore di lavoro della moglie, che lui riteneva il suo “rivale”. Qui è scattato l’allarme che ha portato i militari a casa di Cangini. L’uomo ha subito ammesso di esser stato l’autore dell’omicidio. La vittima è stata rinvenuta senza vita nel pavimento della camera da letto.

La solitudine familiare
L’impressione è che i rapporti nella coppia fosse deteriorati da tempo e che i due coniugi vivessero in una situazione di isolamento e solitudine familiare, sociale, amicale: oltre ai figli di Cangini, che vivono in Germania, c’è anche un figlio grande di Natalia, che anche lui abita all’estero.

Il datore di lavoro della vittima
Fa fatica a parlare il ristoratore dove Natalia lavorava. «Anche oggi (ieri, ndr) è stata una processione di amici e conoscenti, increduli per quanto accaduto. Era una persona solare, tranquilla, sempre con il sorriso sulle labbra. Una dipendente che tutti vorrebbero avere: sempre puntualissima, mai una parola fuori posto. Una grande lavoratrice. Noi siamo una grande famiglia: ci siamo interrogati per capire se qualcuno avesse sentore del malumore che covava in casa sua, ma nessuno l’ha mai sentita lamentarsi».

Cerca di trovare anche una giustificazione per il suo carnefice: «Natalia aveva fatto recentemente le ferie, per un mese era stata in Ucraina. Forse si sentiva solo. Se lo conosco? Sì, certo. D’estate è venuto a mangiare una pizza per salutarla, quello che fanno tanti parenti di miei dipendenti. Perché noi siamo una grande famiglia e lei ci mancherà». 

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