Com’è morta Andreea? Nei resti nessun segno di violenza: trovata anche una corda

Sequestro-bis del telefono del fidanzato, nel rudere trovato un pezzo di corda

Com’è morta Andreea? Il giallo (anche) nei resti: nessun segno di violenza
Com’è morta Andreea? Il giallo (anche) nei resti: nessun segno di violenza
di Federica Serfilippi
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Martedì 23 Gennaio 2024, 00:55 - Ultimo aggiornamento: 16:32
MONTECAROTTO Nessun segno visibile di violenza, le ossa non presentano fratture. Sono le prime risultanze emerse dall’autopsia che ieri pomeriggio si è svolta all’Istituto di Medicina Legale di Torrette sui resti ritrovati sabato pomeriggio in un casolare diroccato sulla Montecarottese. Resti che, gli inquirenti ne sono certi, appartengono al corpo di Andreea Rabciuc, la 27enne romena di cui non si avevano più notizie dal 12 marzo del 2022, dopo la festa trascorsa in una roulotte distante un chilometro dal luogo del rinvenimento delle ossa. Al party c’erano due amici e il fidanzato Simone Gresti, da domenica indagato anche per omicidio volontario, oltre che per sequestro di persona e spaccio.  


L’accertamento


L’analisi dei resti è stata affidata al professor Adriano Tagliabracci. Nel pool dei consulenti del pm Irene Bilotta anche il medico legale Francesco Paolo Busardò, specializzato in tossicologia, e il professor Stefano Vanin, entomologo forense che si è occupato del caso di Elisa Claps e, da ultimo, dell’omicidio di Giulia Cecchettin. Il suo lavoro: studiare gli insetti sul luogo del ritrovamento delle ossa per stimare la data del decesso e capire se il corpo possa essere stato spostato. Due quesiti che stanno guidando l’inchiesta sul giallo di Andreea. All’accertamento ha partecipato anche il consulente della difesa, il dottor Cristiano Cortucci. 


Le ipotesi


L’accusa di omicidio non è in antitesi con le prime risultanze dell’autopsia. Stante che ci vorrà del tempo per avere ulteriori riscontri (compreso l’esame tossicologico e del Dna), nel caso la 27enne fosse morta, per esempio, a causa di un soffocamento o strangolamento i segnali non sarebbero manifesti. D’altra parte, non si può escludere neppure che il decesso possa essere riconducibile a un malore. «Non ci sono lesioni traumatiche tali da far pensare a una forza esterna» diceva ieri il consulente della difesa fuori dall’obitorio, secondo cui lo stato in cui versano i resti sarebbe «compatibile» con un decesso abbastanza remoto.

Di Andreea non si sono avute notizie per 22 mesi. Alcune ossa sono state trovate a terra nella stanza usata come legnaia, il teschio sul gradino di una scala. Vicino, un cumulo di vestiti, compatibili con quelli indossati al momento della scomparsa dalla 27enne, campionessa di tirassegno.

Il corpo di Andreea non sarebbe mai stato spostato dal casolare fatiscente, in parte inagibile, ma al massimo da un ambiente ad un altro.


Il sopralluogo


Ieri c’è stato un altro sopralluogo nel casolare sulla Montecarottese, con il proseguo dei rilievi e della raccolta dei reperti. Sarebbe stata trovata una corda. Nessun segno, almeno per ora, di droga. Tra i consulenti della difesa, Andrea Ariola, di Servizi Investigativi. Il casale, pericolante e diroccato, si trova a circa un chilometro dal festino di quella notte. «Gresti - ha detto l’avvocato Emanuele Giuliani - non conosceva quella struttura». E neppure i proprietari.«Simone sta soffrendo molto» ancora il legale, che ha espresso vicinanza ai familiari delle 27enne. Ieri pomeriggio, mentre a Torrette si stavano svolgendo gli accertamenti sui resti, i carabinieri sono andati a bussare a casa del 44enne, che vive a Maiolati Spontini, per notificargli il sequestro del cellulare. Si tratta di un sequestro bis, considerando che il dispositivo era già finito nelle mani della procura subito dopo l’avvio dell’inchiesta. In quel frangente, era stato analizzato anche lo smartphone della 27enne, rimasto - dopo la scomparsa - per qualche giorno nelle mani di Gresti. Alcuni dati dal telefono di lei sarebbero spariti: «Volevo ripristinare un vecchio backup» aveva spiegato il 44enne, che è sempre rimasto indagato a piede libero. E, finora, l’unico finito nel mirino della procura.

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