FANO I trattori della protesta si mettono di nuovo in marcia. Sono arrivati a Fano nella mattinata di ieri, in totale una sessantina, per allestire il loro presidio in un campo vicino al casello autostradale. Già a partire dalle prime ore di oggi, però, il numero dei mezzi dovrebbe moltiplicarsi fino a circa duecento, il dato della partecipazione prevista per il corteo stradale dalle 9 alle 12.
Manifestazione imponente
La manifestazione si preannuncia imponente e sarà seguita dalle forze dell’ordine, polizia locale compresa, per limitare al minimo gli eventuali disagi alla circolazione del traffico.
Nella giornata di ieri si è infatti svolta una riunione organizzativa in Prefettura, a Pesaro, cui ha partecipato l’assessora comunale Sara Cucchiarini: «Il corteo partirà dall’area agricola vicino al casello A14 e percorrerà le vie Campanella, Moriconi, Flaminia, Roma, Pertini e Soncino, per poi arrivare a via Bellandra e tornare alla partenza compiendo un percorso ad anello.
Sabato sosta di mezz’ora
La sosta di mezz’ora in viale Buozzi comprenderà la distribuzione di un volantino che sintetizza le ragioni della protesta, diffusasi in tutta Italia e avviata in modo autonomo dagli operatori del settore, quindi senza coinvolgere le associazioni di categoria.
La richiesta principale è l’equa retribuzione dei prodotti e le recenti misure governative riguardanti il taglio all’Irpef non sono considerate risolutive. Fra una settimana, al massimo una decina di giorni, la marcia dei trattori dovrebbe tornare a Pesaro. Gli operatori agricoli si dirigerebbero però a piedi verso piazza del Popolo, la piazza centrale, per manifestare in modo pacifico davanti la Prefettura e continuare a tenere destra l’attenzione sulla loro vertenza.
Le bugie da sfatare
La mobilitazione ha inoltre l’obiettivo di sfatare alcune «bugie», come si diceva ieri tra i partecipanti al presidio fanese, contestate sia all’Unione europea sia al Governo italiano: «Non è vero che gli agricoltori vorrebbero usare più fitofarmaci e che contestino una politica di settore più verde, perché noi e le nostre famiglie viviamo di natura e cura del territorio. Non è vero che pretendiamo più contributi e un reddito garantito, chiediamo invece di poter lavorare in modo dignitoso e di ottenere solo il giusto prezzo per i nostri prodotti». Criticato inoltre il meccanismo della tassazione, a maggior ragione ora che le imprese agricole sono in difficoltà a causa di prezzi esigui, minori raccolti, calamità naturali e variazioni del clima.