Da Pesaro a Valencia, arrestato il latitante Marco Orazietti. Condannato a 3 anni per spaccio, nel 2019 era stato coinvolto in un incidente con 3 morti

Il processo per lo schianto sulle Siligate è arrivato in Cassazione: è imputato per triplice omicidio stradale colposo in concorso

Da Pesaro a Valencia, arrestato il latitante Marco Orazietti
Da Pesaro a Valencia, arrestato il latitante Marco Orazietti
di Luigi Benelli
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Sabato 23 Marzo 2024, 03:00 - Ultimo aggiornamento: 11:35

PESARO Era latitante in Spagna, stava lavorando quando ha visto gli agenti di Polizia arrivare e notificargli l’ordine di carcerazione. Marco Orazietti, pesarese di 36 anni, era scappato a Valencia da qualche mese per sottrarsi a una condanna definitiva a tre anni e tre mesi di reclusione per reati in materia di droga, confidando di poter eludere il provvedimento restrittivo emesso nei suoi confronti. 

La recidiva

Storie di spaccio di marijuana e di cocaina, per il quale già in passato era finito in carcere.

Ma una volta uscito dal cercere era di nuovo finito in un giro di consumo e spaccio, tanto che gli era stata contestata la recidiva reiterata e infraquinquiennale (cioè lo stesso reato commesso nell’arco di 5 anni) . Gli uomini della Squadra Mobile della Questura di Pesaro in collaborazione con lo S.C.I.P. (Servizio di cooperazione internazionale) hanno individuato la presenza di Orazietti a Valencia. Così hanno attivato le procedure per l’emissione di un mandato d’arresto europeo da parte della Corte di Appello di Ancona che è stato eseguito lo scorso mercoledì. Orazietti era al lavoro quando è stato raggiunto. Orazietti, oltre che per fatti di droga, era salito alle cronache perché coinvolto in un grave fatto relativo ad un sinistro stradale nel quale erano decedute tre persone, avvenuto sulla Statale 16 in località Siligate, nel giugno 2019.

Un incidente che è costato la vita a Silvia Lucarelli, 33 anni e ai coniugi 60enni Roberto Carosio e Oriella Bonerba. Orazietti, allora 32enne, compagno di Silvia, è imputato per triplice omicidio stradale colposo in concorso. Per la procura avrebbe cooperato nella determinazione dell’incidente tirando il freno a mano che ha fatto scarrocciare il mezzo. Secondo l’ipotesi accusatoria Silvia avrebbe condotto il veicolo, in stato di alterazione psicofisica, e per “imperizia, negligenza e imprudenza” avrebbe affrontato la curva all’altezza di Colombarone dopo un sorpasso con la doppia striscia continua a 130 chilometri orari. Anche Orazietti era in stato di alterazione psicofisica, e avrebbe tirato il freno a mano mentre l’auto era lanciata in un tratto in cui vigono i 50 chilometri orari. L’azionamento della leva avrebbe fatto sbandare la Mazda, facendola finire contro la Fiat Seicento in cui si trovavano Carosio e Bonerba, morti sul colpo.

Il ricorso

In primo grado Orazietti era stato condannato a 3 anni e 4 mesi disponendo anche la provvisionale per il risarcimento. Ai genitori di Silvia 60 mila euro ciascuno e alla figlia rimasta orfana della madre 100 mila euro. Il processo d’appello ha ridotto la pena a 1 anno e 8 mesi. Ridotta anche la provvisionale di risarcimento a 30 mila ero per i genitori e 50 per la figlia. L’avvocato di Orazietti, Andrea Giorgiani, ha presentato ricorso in Cassazione, contestando la perizia sul freno a mano.

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