URBINO - Alea iacta est. Niente società unica. Il passo del Rubicone, ieri al termine dell’incontro dei sindaci del Pesarese sui servizi pubblici locali voluto dal presidente della Provincia Giuseppe Paolini. Almeno dalle sue conclusioni: «Abbiamo due forze che, se unite, potrebbero difendere tutto il territorio. Le ipotesi sono due: la strada si fa insieme, oppure ognuno percorre la sua. È finito il tempo dei discorsi».
La proposta nel vuoto
Cade nel vuoto la proposta del sindaco di Urbino, Maurizio Gambini, di fare un’analisi economica dei vari scenari della fusione. Come rimane retorica la domanda del sindaco di Lunano, Mauro Dini, se esiste ancora un canale aperto. A fare da incipit alla svolta, una splendida lezione introduttiva del magnifico rettore Giorgio Calcagnini. Spiega che ci sono troppe società partecipate, di piccole dimensioni, che essere piccolo non è necessariamente bello, poiché la competitività si abbassa, i costi si moltiplicano e, spesso, non c’è qualità del management. Dimostra che per un territorio «i benefici potrebbero derivare anche da processi di aggregazione, economie di scala, e l’inserimento di personale competente dal punto di vista gestionale». Perché la mission dell’incontro è ribadire che «non si possono rinviare alcune tematiche».
La miccia di Gambini
Ad accendere la miccia, Gambini. «Stiamo pagando a caro prezzo gli sbagli fatti in passato». Argomenta pro-aggregazione con la fusione Megas Marche Multiservizi. «Un’operazione che ha dato servizi e remunerazione ai propri soci: il Comune di Urbino è passato da 7 a 12 milioni di patrimonio». Poi, cerca di calmare le acque, proponendo uno studio specifico sui vari scenari della fusione ma è troppo tardi.
La sindaca Paolucci strappa
Perché è già intervenuta, la sindaca di Tavullia Francesca Paolucci.
Da allenatore prende in prestito la metafora dello sport: «Serve una squadra forte. E’ arrivato il momento di decidere, senza girare in tondo. La società più grande? O si fa con tutti o con una parte della comunità provinciale. Se qualcuno vuole schierarsi su un altro fronte, intanto partiamo».
Interesse privato e interesse pubblico
Il problema dei confini tra interessi privati e l’interesse pubblico lo solleva per due volte l’assessore Luca Faroni del Comune di Montelabbate. Ma l’incontro non verte sull’anima della società partecipate ma sulla«capacità di fare sistema, al di là delle differenze politiche» afferma Paolini. «Rischiavamo di non avere neanche un biodigestore, adesso può darsi che ne abbiamo tre. A me va bene tutto - conclude - ma mi sembra una situazione surreale. Come - ammonisce - ragionare di multinazionali che poco avrebbero a che fare col territorio».