Attivati 30 nuovi posti Covid a Macerata Feltria, l'operazione per decongestionare Marche Nord e l'ospedale di Urbino

L'ex ospedale di Macerata Feltria
L'ex ospedale di Macerata Feltria
di Gianluca Murgia
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Giovedì 6 Gennaio 2022, 09:30

URBINO La mano tesa parte da Macerata Feltria, arriva a Marche Nord e svuota anche l’ospedale di Urbino. Questo, almeno, è il piano. Da domani saranno attivati 30 nuovi posti letto per post acuti Covid nella struttura sanitaria di Macerata Feltria. La decisione, «alla luce del peggioramento della situazione pandemica» è stata presa dall’amministrazione dell’Area vasta 1 di concerto con il Gruppo Kos, resosi disponibile con il proprio supporto nella gestione dell’attuale stato di emergenza sanitaria.

I 30 posti saranno «temporaneamente attivati», anche se dietro quell’avverbio, è chiaro, nessuno sa esattamente quali orizzonti reali ci saranno. La soluzione, come ha ribadito in una nota l’Area vasta 1, sicuramente «permetterà di affrontare in modo più efficace le necessità di ricovero della popolazione colpita dal virus Sars-CoV-2». Nella struttura di Macerata Feltria sarà comunque ancora garantita l’attività ambulatoriale «auspicano in un rapido calo dell’emergenza affinché sia possibile, al più presto, il ritorno all’attività ordinaria di riabilitazione» no Covid. 

Facciamo un rapido calcolo. Nella struttura di Macerata Feltria sono già attivi e tutti occupati 17 posti letto Covid. Sono quelli ricavati nella Rsa e residenza protetta a gestione diretta Asur. A questi, nello stesso plesso, si sommeranno i 30 nuovi posti a gestione Kos (privato convenzionato). Di fatto ci saranno 47 letti per post acuti con tipologia residenziale come Galantara. Non solo. Con tutto l’ex ospedale di Macerata Feltria che diventerà, di fatto, struttura tutta Covid, l’Area vasta 1 si tiene da parte un jolly: la possibilità di aumentare, in caso di necessità, di ulteriori 15 posti letto Covid la Rsa in gestione diretta Asur. «Non saranno posti per acuti Covid» ha chiarito ieri il direttore dell’Area vasta 1, dottor Romeo Magnoni. Alla luce di questa svolta il reparto Covid ricavato con 10-12 letti nell’ospedale di Urbino sarà chiuso a meno che non si ripresenti un’altra situazione di emergenza. Per intenderci, come accaduto negli scorsi giorni quando, in contemporanea, si sono presentati 8 positivi (di cui 7 non vaccinati) creando un affollamento di non facile gestione e dove le osservazioni, da appoggio, si sono allungate diventando di fatto ricoveri. «Sono letti dedicati che vengono attivati solo per le emergenze temporanee che arrivano al Pronto soccorso - ha ribadito Magnoni - e rimangono lo stretto necessario per garantire il trasferimento nelle strutture per acuti o dedicate». 

Il problema, come accaduto, è quando tali strutture risultano stracolme e non più in grado di assorbire pazienti. Si crea un tappo e per attivare quell’area dell’ospedale ducale serve personale ad hoc tolto da altri reparti, con ricadute sul personale sanitario stesso (costretto a cambiare turni e ad essere richiamato dalle ferie) e sui servizi ospedalieri, visto che in questi giorni risultano assicurate solo le emergenze-urgenze. L’operazione Macerata Feltria dovrebbe garantire un effetto domino decongestionante: consentirà a Marche Nord di trasferire, via via, con più velocità, i pazienti stabilizzati oltre che a Galantara (costantemente tutto esaurito), anche nei nuovi 47 posti complessivi di Macerata Feltria, liberando così letti per i pazienti contagiati che provengono dall’ospedale di Urbino e necessitano di ricovero. 

I numeri dei positivi finiti in ospedale, attualmente, sono impressionanti.

Marche Nord ieri aveva 113 pazienti Covid così suddivisi: 21 in intensiva, 24 in subintensiva, 57 nelle non intensive, 6 nel pronto soccorso più 5 mamme positive in ostetricia. A questi, sempre ieri, si aggiungevano altri 3 pazienti Covid in attesa di trasferimento dal Pronto soccorso di Urbino. Completamente piena la struttura post acuti di Galantara (70 persone) e l’attuale di Macerata Feltria (17) dalle quali si esce da guariti o quasi e per questo, in linea teorica, non necessita di supporti specialistici come la rianimazione, radiologia e cardiologia fondamentali, invece, per i degenti di Marche Nord.

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