PESARO - C’è fretta in piazza del Popolo per ricoprire lo scavo archeologico e dare il via ai lavori di ripavimentazione lungo il disegno originario della seicentesca Ragnatela. Nulla da stupirsi se anche in questo caso gli architetti della Soprintendenza delle Marche e della direzione dei lavori del Comune abbiano deciso di interrare tutto, dopo aver prelevato i reperti più interessanti da studiare.
Era successo lo stesso per l’abitazione di epoca romana con decorazioni a mosaico di piazzale Matteotti, venuta alla luce tra il 1999 e il 2000 durante i lavori di demolizione della vecchia stazione delle corriere.
La delibera dei lavori è nel verbale del consiglio comunale del 23 giugno di quell’anno. La gara d’appalto fu vinta dal muratore Giovan Battista Togni il 28 giugno. I listoni di pietra d’Istria di Rovigno furono lavorati dagli scalpellini Giuseppe e Francesco Ascani, che firmarono il capitolato il 3 luglio 1733. Il lavoro iniziò il 7 ottobre e terminò nel dicembre sotto la direzione del conte Giovanni Vattielli, incaricato dal Comune di sovrintendere l’opera.
Dopo l’appello dello studioso Roberto Malini del comitato Pesaro città d’arte e cultura alla Soprintendenza perché si utilizzino i sanpietrini originali, se necessario da restaurare, per ricostruire la decorazione a Ragnatela, ora un altro storico locale afferma: «Le pietre antiche andavano lasciate dov’erano per essere sostituite solo quelle rotte oppure mancanti. Comunque il danno è ormai fatto, perché sono state tutte rimosse dalla loro posizione originaria e anche se adesso volessero ricollocare le metterebbero a casaccio. Si tratta di un lavoro fatto come se avessero dovuto lastricare la piazza di Baia Flaminia».