PESARO Riforma del codice degli appalti, tutti i vantaggi e le preoccupazioni. I sindaci dei tre maggiori comuni della provincia riflettono sulla riforma. Via libera alla liberalizzazione degli appalti sottosoglia e cioè fino a 5,3 milioni di euro con le stazioni appaltanti che potranno decidere di attivare procedure negoziate o affidamenti diretti, rispettando il principio della rotazione. Per gli appalti fino a 500 mila euro, i piccoli comuni potranno procedere direttamente senza passare per le stazioni appaltanti qualificate. Il sindaco di Pesaro Matteo Ricci sottolinea: «Tutti gli sforzi per velocizzare e semplificare sono positivi. Non è vero che se si snellisce la burocrazia si favorisce la criminalità, piuttosto è nelle norme farraginose che l’illegalità trova la strada perché hanno i soldi per corrompere e pagare i professionisti migliori».
Poi il dettaglio: «A un sindaco non è permesso di rilasciare l’affidamento diretto a chi preferisce e senza criterio. Si tratta di una responsabilità, di un percorso semplificato ma non banalizzabile a una chiamata. Dobbiamo chiederci se le regole oggi ci consentono di fare velocemente lavori pubblici in un momento in cui dobbiamo mettere a terra gli investimenti del Pnrr». Poi la critica. «Piuttosto trovo rischioso il tema del subappalto a cascata, è qui che bisogna vigilare». Ricci per Pesaro parla di «un nuovo rinascimento per Pesaro. Avremo la scuola di Santa Maria delle Fabrecce e la Dante Alighieri al top dell’efficientamento energetico, l’asilo a Soria, il San Benedetto, il san Domenico, palazzo Mazzolari, l’ex tribunale, Rocca Costanza. Col Pnrr avremo un nuovo corso».
A Fano
Anche a Fano Massimo Seri vede il nuovo codice degli appalti come una opportunità, ma con dei paletti da mettere. «E’ una bella risposta al tema della lentezza del sistema Italia.
A Urbino
Infine il sindaco di Urbino, Maurizio Gambini che insiste su un dato. «Ben venga la velocità, ma dobbiamo riformare il prezziario regionale. Bisogna pensare gli appalti secondo le valutazioni dei prezzi, non secondo gli standard imposti. Oggi le materie prime stanno tornando a livelli accettabili, ma la quantità di lavori da fare mantiene i prezzi altissimi. Bisogna riflettere su questo». La scelta delle ditte è positiva. «Quando si ragiona a livello locale, i lavori vanno a buon fine e si crea economia. Non vedo rischi di illegalità, tutto sarà più veloce e non mancheranno i controlli». Ma attenzione alla gestione. «A Urbino gestiamo mediamente cantieri per 2,5 milioni l’anno. Nel 2023 ne abbiamo per 37 milioni, questo crea difficoltà agli uffici per gestire il tutto, ma dobbiamo rispettare i tempi del Pnrr». Tra i lavori in partenza tanti la ristrutturazione del teatro, il parco dell’Aquilone, il campo da golf, i parcheggi della scuola in via Giro dei Debitori, i camminamenti di Mazzaferro, la riqualificazione di Ponte Armellina, il cantiere Osca, l’Acli di canavaccio, l’eliporto, la demolizione del K2 per realizzare il centro di Trasanni.LUBEN
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