Nuovo fronte di protesta a Canavaccio: «Fabbriche in una zona di rilievo archeologico». Sopralluogo dell'eurodeputato

Nuovo fronte di protesta a Canavaccio: «Fabbriche in una zona di rilievo archeologico». Sopralluogo dell'eurodeputato. Nella foto da sinistra Marchetti, Carrabs, Smeriglio e Mascia
Nuovo fronte di protesta a Canavaccio: «Fabbriche in una zona di rilievo archeologico». Sopralluogo dell'eurodeputato. Nella foto da sinistra Marchetti, Carrabs, Smeriglio e Mascia
di Eugenio Gulini
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Domenica 4 Febbraio 2024, 08:24 - Ultimo aggiornamento: 12:04

URBINO Dopo Riceci si apre un altro fronte ambientalista a Canavaccio, ai piedi della Pieve di Santo Stefano di Gaifa, in difesa di un territorio considerato da tutti uno slogan di bellezza naturalistica senza eguali. Ebbene nel terreno agricolo in questione, che fa da cerniera tra le Cesane e il Parco del Pietralata, è stata introdotta dall’amministrazione comunale la destinazione produttiva artigianale con la variante parziale al piano regolatore generale approvata, a maggioranza, in consiglio comunale poche settimana fa.

Ignorata la relazione

«Non si è tenuto conto minimamente – rimarcano il docente Aba e artista Pino Mascia e il portavoce del comitato eco Montefeltro, Alessandro Maria Marchetti - della relazione di “Verifica preventiva dell’interesse archeologico” della ditta “Tecne archeologia” di Riccione del febbraio 2023, su committenza dello stesso Comune di Urbino. Si legge che l’area “…in cui la frequentazione in età antica è da ritenersi ragionevolmente certa, sulla base sia di indagini stratigrafiche, sia di indagini indirette presenta un grado di rischio per il progetto alto…”. Non solo. Per quanto riguarda l’impatto accertabile le “…lavorazioni previste incidono direttamente sulle quote indiziate della presenza di stratificazione archeologia”"». È questa l’area in cui Marche Multiservizi voleva insediare il digestore anaerobico per produrre metano con rifiuti organici e biomasse vegetali, scelta naufragata disastrosamente per la rivolta degli abitanti di Canavaccio e trasferita a Talacchio. Ora il sindaco Gambini supera l’ad Tiviroli prevedendo lì un sito industriale.

La contraddizione

«Altra cosa contraddittoria di questo progetto – sottolinea Gianluca Carrabs della direzione nazionale di Europa Verde che ieri ha accompagnato a Canavaccio l’europarlamentare del Pd Massimiliano Smeriglio –: ci risulta che l’industriale Alberto Bruscoli è da un lato vice presidente del Club per l’Unesco di Urbino e il Montefeltro, istituzione per il patrimonio dell’umanità della città ducale che tutela anche gli aspetti culturali e paesaggistici di Urbino; dall’altro, invece di lavorare per questi luoghi con un obiettivo sostenibile e di sviluppo legato alla cultura, all’ambiente e ai giacimenti naturali, è amministratore delegato dell’Imab Group che vorrebbe svilupparsi in questa zona verde. Chiediamo all’impresa di fare un passo indietro rispetto a questa lottizzazione. Abbiamo una relazione che individua una serie di presenze preesistenti archeologiche: qua non si può costruire. Daremo battaglia e saremo a fianco dei cittadini a tutti i livelli».

La visita a Riceci

Nel frattempo, ieri mattina si è svolto un sopralluogo a Riceci. «La situazione lì è più consolidata e più chiara – ha rimarcato l’eurodeputato del Pd, Massimiliano Smeriglio –. Esprimiamo grandi perplessità su quel tipo di operazione. Mi sono già attivato al Parlamento europeo per vedere se ci sono violazioni delle normative europee, paesaggistiche, ambientali e anche sulla procedura. Ho preso conoscenza diretta della situazione: mi pare una cosa fuori dal mondo perché è evidente che siamo in un paradiso paesaggistico unico».

Il 5 e il 6 marzo una delegazione del territorio andrà a Bruxelles per incontrare il commissario all’ambiente e sottoporgli il caso della maxi discarica da 5 milioni di metri cubi di rifiuti produttivi.