Fossombrone, violata l'area archeologica. Italia Nostra a sindaco e Soprintendenza: «Zona degradata»

L'area archeologica di Calmazzo
L'area archeologica di Calmazzo
di Roberto Giungi
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Giovedì 30 Settembre 2021, 07:45

FOSSOMBRONE - Estranei, non identificati, forse malintenzionati, o tossicodipendenti (se fossero stati ladri sarebbero rimasti comunque beffati perchè le are funerarie non sono altro che copie, ndr) sono entrati abusivamente, dopo aver forzato il cancello, nell’area archeologica di Calmazzo di Fossombrone, regolarmente recintata. Pronto intervento degli agenti della polizia locale, che hanno segnalato il fatto al comando carabinieri Tutela Patrimonio Culturale. Tempestiva sostituzione del chiavistello. In concomitanza lettera di Italia Nostra al sindaco e alla Soprintendenza per segnalare «il grave degrado della area archeologica di Calmazzo».

A seguire la precisazione della Soprintendenza stessa. Una successione di eventi che hanno richiamato l’attenzione generale. Italia Nostra scrive che «per quanto riguarda il recinto sepolcrale della famiglia Cissonia si è avuto modo di prendere atto della grave situazione di degrado del sito con la copertura dei manufatti lesionata, esponendoli così a tutte le intemperie; la vegetazione è cresciuta enormemente perché non c’è stata manutenzione». 

Infine, «il sito era chiuso, né vi erano indicazioni per conoscere a chi rivolgersi sul posto per una visita. Inviate in allegato alla lettera anche alcune fotografie del la situazione». Sull’intrusione di ignoti, rimasti tali, l’assessore alla cultura Gloria Mei ha precisato di «aver provveduto, per quanto di competenza del Comune, con solerzia alla messa insicurezza del cancello d’ingresso». Da parte della Soprintendenza «si prende atto della tempestiva sostituzione del chiavistello di chiusura dell’area e si trasmette la nota pervenuta, per opportuna conoscenza e a fini di tutela, al Nucleo Tutela del Patrimonio Culturale dei Carabinieri. Per lo stato di degrado dell’area, si rappresenta che questa Soprintendenza ha già provveduto la scorsa settimana alla pulizia generale del verde, grazie al programma Archéo di coinvolgimento delle cooperative sociali, e che per la sostituzione integrale delle vele di copertura si provvederà entro l’anno, come da impegno di spesa già avviato. Non si è ritenuto necessario agire di somma urgenza sulla struttura, verificata la non sussistenza di pericolo per la pubblica sicurezza, nonché la non sensibilità dei resti archeologici agli agenti atmosferici, considerando anche il fatto che i due elementi di pregio presenti sull’area - le are funerarie - sono copie recenti in sostituzione degli originali, custoditi nei depositi SABAP-Marche». 

La competenza sull’area archeologica è della Soprintendenza che ha provveduto a ripulire dalle erbacce; la struttura realizzata a protezione verrà ripristinata entro la fine dell’anno; i due reperti più importanti altro non sono che copie ed è questa la novità più eclatante in assoluto. 

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