Tanto che al tribunale dei minorenni pende un altro processo circa la potestà genitoriale. La donna viene accusata di aggressioni verbali e fisiche, tali da creare un clima familiare insopportabile e da far piombare la figlia in uno stato di ansia e frustrazione. Le avrebbe negato assistenza fisica e morale, le avrebbe impedito rapporti con amiche e coetanei. Sarebbe arrivata a romperle i regali che riceveva dalle amiche fino a negarle persino il cibo. E poi l’intimazione di dormire in garage o sul pavimento.
La ragazzina, costretta a condizioni di vita degradanti, aveva confidato tutto all’amica e insieme erano andate ai servizi sociali. Da lì è partita tutta l’inchiesta che ha portato la donna davanti al giudice. La ragazzina si è costituita parte civile con l’avvocatessa Alessandra Angeletti che ha chiesto 15 mila euro di risarcimento. Ma l’imputata è risultata irreperibile e il giudice ha dichiarato il non luogo a procedere. Le ricerche proseguiranno.