Fano, ubriaco perde la testa per un tatuaggio, picchia e violenta la ex: condannato

Fano, ubriaco perde la testa per un tatuaggio, picchia e violenta la ex: condannato
Fano, ubriaco perde la testa per un tatuaggio, picchia e violenta la ex: condannato
di Luigi Benelli
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Mercoledì 15 Novembre 2023, 02:30 - Ultimo aggiornamento: 16 Novembre, 07:20

FANO - Violentata in auto dopo la discoteca, ieri la sentenza di condanna per il suo aguzzino. Nel tribunale di Pesaro davanti al Gup, il caso di un 27enne, studente universitario, accusato di violenza sessuale, minacce e lesioni nei confronti della sua ex ragazza, una 25enne fanese. 

Episodi ripetuti

Gli episodi contestati sono diversi. Quello più grave riguarda quanto sarebbe avvenuto in una serata del marzo del 2022. All’uscita dalla discoteca di Terre Roveresche, si erano appartati in auto in un posto in aperta campagna. Lui, ubriaco, sarebbe diventato violento strappandole i jeans di dosso. Lei si era negata, ma lui l’avrebbe afferrata per i polsi, bloccata, e costretta al rapporto. Di qui l’accusa di violenza sessuale aggravata dal fatto di averla compiuta nei confronti di una persona a cui era legato da vincolo affettivo e in un luogo tale da ostacolare la difesa della vittima. 
Lei era riuscita a divincolarsi e uscire dalla macchina, ma, secondo l’accusa, lui l’avrebbe raggiunta e presa a schiaffi intimandole di tornare nell’auto. Una colluttazione in cui lui le avrebbe anche strappato il piercing e gli orecchini. Aveva tentato anche di strapparle il piercing nell’ombelico ma lei gli aveva rifilato una ginocchiata. La ragazza, impaurita, aveva iniziato a urlare ma nessuno poteva sentirla. Uno shock. 
Al pronto soccorso del Santa Croce di Fano i sanitari le avevano dato 15 giorni di prognosi.

Non è l’unica accusa di lesioni perché una sera, a casa di lui, il 27enne aveva scoperto un suo nuovo tatuaggio. Ed era andato su tutte le furie insultandola e minacciandola. «Con te serve il pugno duro, putt…». E poi giù pugni in faccia. 

Prigioniera in casa

Lei aveva tentato di scappare, ma lui avrebbe messo una sedia nella porta per impedire che uscisse. Di qui l’accusa anche di violenza privata. Nel quadro delle accuse anche le minacce perché lei voleva avvertire i genitori dell’accaduto: «Se non stai zitta ti ammazzo». Qualche settimana dopo, ancora ubriaco e in preda alla gelosia, l’avrebbe molestata. Lei, per sfuggirgli, aveva cercato di accendere il motorino ma lui le avrebbe spezzato le chiavi e gettato tutto il mazzo nel fossato della rocca di Fano. Poi un pugno in faccia e un calcio (10 giorni di prognosi nuovamente refertato dal personale del pronto soccorso di Fano). Il ragazzo, difeso dagli avvocati Alberto Bordoni e da Angela Carone, durante le udienze ha negato le violenze dicendo che i rapporti erano consensuali. La ragazza era assistita dall’avvocata Francesca Santorelli. 

L’altro procedimento

Il pubblico ministero aveva chiesto la condanna a 1 anno e 4 mesi. Il giudice lo ha condannato a 3 anni e 4 mesi e a 30 mila euro di risarcimento immediatamente esecutivo nei confronti della parte offesa (quanto richiesto da Santorelli). Le motivazioni in 15 giorni. Tra i due pende un altro procedimento, in prima battuta archiviato, con lui che accusa lei di calunnia. 

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