Fano, il tempio della Fortuna era circolare: lo studio di Tagliabracci e le strutture iconiche della città

Strutture circolari, simboli iconici di Fano: «Valido anche per il tempio della Fortuna»
Strutture circolari, simboli iconici di Fano: «Valido anche per il tempio della Fortuna»
di Massimo Foghetti
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Lunedì 6 Novembre 2023, 05:25 - Ultimo aggiornamento: 7 Novembre, 08:28

FANO - Molto probabilmente il tempio della Fortuna di Fano aveva una forma circolare. L’ipotesi è sostenuta da uno studio compiuto da Michele Tagliabracci e pubblicato sul secondo numero della rivista “Vitruvius” del Centro Studi Vitruviani, edita dall’Erma di Bretschneider; una rivista di grande rigore scientifico, già presentata con particolare interesse alle fiere del libro di diversi Paesi del mondo da New York a Pechino. 


La supposizione


Il sospetto è nato dalla frequenza con la quale vengono riprodotte strutture circolari in disegni, dipinti, bassorilievi presenti in città, ma anche altrove sempre pertinenti a Fano, come elementi rappresentativi della città stessa. «Una serie di fonti narrative locali e raffigurazioni – afferma Tagliabracci – testimoniano come tra il VI e il XVII secolo fosse ampiamente accettata l’idea che il tempio della Fortuna di Fano avesse una struttura delineata tale da assumere nei secoli una ripetitività iconica».


E ancora: «La presenza del tempio della Fortuna viene iconograficamente legata al territorio grazie a raffigurazioni posizionate in luoghi simbolici della città, come ad esempio il bassorilievo collocato a fianco all’arco d’Augusto o affreschi realizzati nelle cappelle della basilica cattedrale o di San Pietro in Valle». 


L’icona


Il bassorilievo di cui parla Tagliabracci era affisso sopra il lavatoio che si trovava nei pressi dell’arco d’Augusto, ora non più esistente, ma documentato da fotografie.

Dello stesso bassorilievo si sono perse le tracce. Tuttavia dalle immagini si riconosce benissimo lo stemma del Comune e un sottostante edificio circolare. Da notare che la prassi di replicare i monumenti più noti della città con immagini dipinte o scolpite non era affatto rara, come documenta la rappresentazione dell’arco d’augusto su un capitello del portico di palazzo San Michele oppure sulla facciata della omonima chiesa, prezioso documento quest’ultimo che documenta lo stato originario dell’arco prima che le artiglierie del duca Federicio abbattessero la parte superiore. 


Ancora un edificio circolare fronteggiato da un ingresso con timpano e colonne si trova accanto all’arco di Augusto nei dipinti di Giovanni Maria Falconetto nella sala dello zodiaco a palazzo d’Arco a Mantova. Altri esempi nella cappella Gabrielli di San Pietro in valle, nel dipinto di Domenico Sacchetta “Annunciazione e Profeti” che si trova nella pinacoteca del palazzo malatestiano, nella cappella Nolfi del duomo, nell’immagine dei santi protettori accostata addirittura alla dea Fortuna che si trova in biblioteca.

 
Il significato


Una diffusione non poco significativa. Il nuovo volume è stato presentato alla Memo dal presidente del centro studi Vitruviani Dino Zacchilli, dal coordinatore scientifico Oscar Mei autore di un saggio sulla basilica di Vitruvio nei manoscritti inediti di Vincenzo Nolfi e dallo stesso Tagliabracci.

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