FANO - Molto probabilmente il tempio della Fortuna di Fano aveva una forma circolare. L’ipotesi è sostenuta da uno studio compiuto da Michele Tagliabracci e pubblicato sul secondo numero della rivista “Vitruvius” del Centro Studi Vitruviani, edita dall’Erma di Bretschneider; una rivista di grande rigore scientifico, già presentata con particolare interesse alle fiere del libro di diversi Paesi del mondo da New York a Pechino.
La supposizione
Il sospetto è nato dalla frequenza con la quale vengono riprodotte strutture circolari in disegni, dipinti, bassorilievi presenti in città, ma anche altrove sempre pertinenti a Fano, come elementi rappresentativi della città stessa. «Una serie di fonti narrative locali e raffigurazioni – afferma Tagliabracci – testimoniano come tra il VI e il XVII secolo fosse ampiamente accettata l’idea che il tempio della Fortuna di Fano avesse una struttura delineata tale da assumere nei secoli una ripetitività iconica».
E ancora: «La presenza del tempio della Fortuna viene iconograficamente legata al territorio grazie a raffigurazioni posizionate in luoghi simbolici della città, come ad esempio il bassorilievo collocato a fianco all’arco d’Augusto o affreschi realizzati nelle cappelle della basilica cattedrale o di San Pietro in Valle».
L’icona
Il bassorilievo di cui parla Tagliabracci era affisso sopra il lavatoio che si trovava nei pressi dell’arco d’Augusto, ora non più esistente, ma documentato da fotografie.
Ancora un edificio circolare fronteggiato da un ingresso con timpano e colonne si trova accanto all’arco di Augusto nei dipinti di Giovanni Maria Falconetto nella sala dello zodiaco a palazzo d’Arco a Mantova. Altri esempi nella cappella Gabrielli di San Pietro in valle, nel dipinto di Domenico Sacchetta “Annunciazione e Profeti” che si trova nella pinacoteca del palazzo malatestiano, nella cappella Nolfi del duomo, nell’immagine dei santi protettori accostata addirittura alla dea Fortuna che si trova in biblioteca.
Il significato
Una diffusione non poco significativa. Il nuovo volume è stato presentato alla Memo dal presidente del centro studi Vitruviani Dino Zacchilli, dal coordinatore scientifico Oscar Mei autore di un saggio sulla basilica di Vitruvio nei manoscritti inediti di Vincenzo Nolfi e dallo stesso Tagliabracci.