Fano, pestaggio al Lido. Denunciati in cinque, scatterà anche il Daspo urbano

Fano, pestaggio al Lido. Denunciati in cinque, scatterà anche il Daspo urbano
Fano, pestaggio al Lido. Denunciati in cinque, scatterà anche il Daspo urbano
di Osvaldo Scatassi
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Mercoledì 26 Luglio 2023, 02:30 - Ultimo aggiornamento: 11:31

FANO Pestaggio al Lido di un giovane fanese, denunciati dai carabinieri cinque suoi coetanei di età compresa tra 18 e 23 anni. L’episodio risale alla notte tra il 18 e il 19 giugno scorsi: intorno all’una il giovane fanese, di 18 anni, è stato bloccato all’improvviso da un altro ragazzo.


La ricostruzione

Un perfetto sconosciuto, che faceva parte di un gruppo numeroso e che gli ha chiesto per quale ragione avesse calpestato una sua sigaretta caduta a terra in modo accidentale.

Solo un pretesto per attaccare briga, secondo quanto hanno ricostruito i carabinieri della stazione di Fano, nel corso delle indagini. Intuito che la situazione sarebbe potuta diventare rischiosa, il 18enne avrebbe tentato di allontanare il coetaneo minaccioso, ma sarebbe stato subito raggiunto da un pugno al volto, sferrato da un altro componente del gruppo che lo aveva accerchiato. Inutile anche il tentativo di fuga: la comitiva di balordi, composta da sette-otto giovani, si sarebbe avventata contro di lui sferrando una gragnuola di colpi. Pugni e calci arrivati a segno con estrema violenza. La vittima del pestaggio è dunque tornata a casa, ma nei due giorni successivi le dolorose conseguenze del pestaggio non hanno accennato a placarsi e di conseguenza ha dovuto fare ricorso al pronto soccorso dell’ospedale Santa Croce. L’episodio è stato quindi segnalato ai carabinieri della stazione fanese ed è iniziato il lavoro che avrebbe portato a identificare i cinque giovani, poi denunciati per lesioni aggravate in concorso alla Procura della Repubblica nel Tribunale a Pesaro. Tre componenti del quintetto sono di origine africana, due di origine albanese e uno del gruppo è senza fissa dimora. Vivono tutti in Comuni dell’entroterra. Nei loro confronti è stata inoltre proposta la misura del Daspo urbano, così da evitare per un tempo determinato l’accesso al Lido e all’Arzilla, durante l’estate i quartieri più frequentati dalla cosiddetta movida fanese. Trattandosi di ragazzi sconosciuti alla vittima dell’aggressione, i carabinieri hanno condotto le loro ricerche attingendo alle riprese della video-sorveglianza (sia pubblica sia privata), integrandole con le dichiarazioni rilasciate da alcuni testimoni dell’episodio. Proprio in questi giorni il tema del disagio giovanile è stato ripreso dal dirigente scolastico Samuele Giombi.

Il malessere

Passando dunque dal singolo episodio a un contesto di carattere generale, il riproporsi delle aggressioni appare come il periodico e violento manifestarsi di un malessere. Un disagio che le forze dell’ordine ritengono confinato a gruppi di giovani ben conosciuti, più o meno sempre gli stessi, portati a comportamenti sopra le righe, all’abuso di droga e di alcool, agli atti di vandalismo e alla rissa. Una condizione diffusa, ormai ovunque in Italia, e trasversale sia alle fasce sociali sia alle diverse culture (figli di immigrati come figli di famiglie italiane). Che a Fano simili episodi siano più numerosi, dipende anche dal fatto di rappresentare un punto di attrazione per giovani residenti nei Comuni del circondario, come sembra confermare questo episodio. 

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