La denuncia di Ruggeri (M5s): «Telefono muto e nessun cartello: la Guardia medica di Fano chiusa a sorpresa»

La denuncia di Ruggeri (M5s): «Telefono muto e nessun cartello: la Guardia medica di Fano chiusa a sorpresa»
La denuncia di Ruggeri (M5s): «Telefono muto e nessun cartello: la Guardia medica di Fano chiusa a sorpresa»
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Giovedì 6 Luglio 2023, 12:06

FANO - Telefono staccato, nessun cartello di avviso, sala d'attesa aperta ma locali deserti: la Guardia medica di Fano è chiusa. Improvvisamente e senza avvisi, tanto da far infuriare la capogruppo in consiglio regionale del Movimento 5 Stelle Marta Ruggeri: «La comunicazione è fondamentale per non aggiungere caos ad una sistema sanitario già fragile e compromesso, frutto di scelte politiche sbagliate di cui tutti noi stiamo pagando le conseguenze».

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"Fin da ieri sera - spiega Ruggeri - ho ricevuto diverse segnalazioni sul fatto che, contrariamente al piano mensile reso pubblico e affisso alla porta, la guardia medica di Fano fosse inaspettatamente chiusa. Diverse persone infatti si sono presentate per necessità e sono rimaste in attesa ore lì davanti al portone chiuso, credendo che il medico fosse impegnato transitoriamente in visite domiciliari. Non vedendo arrivare nessuno, qualcuno si è rivolto al pronto soccorso dove ha scoperto che nella serata del 5 luglio non c'era il servizio, altri invece si sono rivolti al 118 oberandone il carico di lavoro già quotidianamente consistente.
La porta della sala d'attesa era aperta, ma non c'era nessun cartello informativo che annunciasse l'assenza del servizio.

Il telefono poi risultava staccato senza una segreteria telefonica che desse delucidazioni riguardo a chi rivolgersi in caso di bisogno. Che cosa è successo quindi? Credo che i cittadini meritino risposte, per questo sarà mia cura presentare una interrogazione sul caso specifico all’assessore regionale alla sanità. Ma soprattutto, come si fa a non ritenere fondamentale una informativa tempestiva e puntuale verso i cittadini? La comunicazione è fondamentale per non aggiungere caos ad una sistema sanitario già fragile e compromesso, frutto di scelte politiche sbagliate di cui tutti noi stiamo pagando le conseguenze.

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