L’evidenza
L’immagine ora è quella di un’oasi floristica e faunistica tranquilla e serena, in cui non è raro intravvedere gli aironi. Ma i lavori eseguiti hanno messo ancor più allo scoperto come il livello di interramento del letto non garantisca più i requisiti minimi di sicurezza. Lo segnala il consigliere comunale del Pd Enrico Fumante che avendo, tra l’altro, ricoperto il ruolo di coordinatore di circolo del suo partito per la zona centro mare per 2 mandati conosce bene la situazione e più volte si è fatto interprete delle preoccupazione di chi risiede nei pressi dell’Arzilla. Il Comune ha fatto la sua parte, ora occorre che anche le altre istituzioni (Regione Marche, Genio civile, Consorzio di bonifica e Provincia), tutte insieme mettano in campo interventi concreti per garantire sicurezza e decoro a cittadini e residenti.
Cosa fare
Non prendere provvedimenti in via preventiva adesso, significa poi fare i conti con tutti i rischi di esondazione che la situazione comporta. Ecco perché l’accordo richiesto da Fumante costituisce una priorità irrinunciabile. Si tratta di una esigenza che viene portata alla ribalta all’interno della maggioranza che guida il Comune di Fano, ma ormai l’interlocutore non è più il Comune, sono gli enti superiori, tra i quali non esiste un pieno accordo sulle competenze.
Tratti da bonificare
Ecco perché l’Arzilla continua a fare paura. Non bisogna dimentica, per altro, che il territorio attraversato dal suo corso appartiene anche ai Comuni di Pesaro e Mombaroccio, dove si ritiene vi siano ancora tratti da bonificare. Un sostanzioso passo avanti verrebbe compiuto con l’applicazione del contratto di fiume, ma a questo proposito siamo ancora in alto mare