Morì per salvare tre turisti, il ponte di Arzilla ricorderà per sempre il sacrificio in mare di Bigio Ricci

Morì per salvare tre turisti, il ponte di Arzilla ricorderà per sempre il sacrificio in mare di Bigio Ricci. Nella foto il sindaco Massimo Seri e Giovanni Ricci
Morì per salvare tre turisti, il ponte di Arzilla ricorderà per sempre il sacrificio in mare di Bigio Ricci. Nella foto il sindaco Massimo Seri e Giovanni Ricci
di Andrea Amaduzzi
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Martedì 8 Agosto 2023, 04:45 - Ultimo aggiornamento: 11:39

FANO - Proprio come sei anni fa (era il 7 agosto 2017) una giornata di sole con il mare arrabbiato. Allora si prese “Bigio” Ricci, ieri ne ha perpetuato il ricordo.

Il ponte che connette il Lido all’Arzilla porterà infatti per sempre il suo nome e la targa all’imbocco diffonderà la conoscenza di quel gesto eroico compiuto sulla spiaggia di Torrette con cui, di fatto, ha barattato la sua vita con quelle di un papà e dei suoi due figli.

Il ricordo del figlio

«Mio padre era parte di questa città che è stata la sua vita. E questo ponte interpreta bene il suo modo di essere amico di tutti. La sua è stata la morte romantica di chi ha dato il suo cuore per gli altri» lo ha raccontato il figlio Giovanni davanti ad una platea di un paio di centinaia di persone che ha raccolto familiari, rappresentanti delle istituzioni, esponenti dell’associazionismo e in particolare di quello votato alla sicurezza in spiaggia.

E poi uno spaccato significativo di quella larghissima rete di amicizie che aveva coltivato negli anni.
«E’ un momento di grande valore e di forte sentimento per una scelta condivisa da tutti. Che avvenga ora, a distanza di un po’ di tempo, lo rende ancora più profondo» ha esordito il sindaco Seri, che ha esaltato quell’atto «per “Bigio” naturale ma dettato da grande senso di responsabilità». 

La tragedia 6 anni fa

Sei anni fa Ricci è entrato a pieno titolo nell’élite di chi «non esita a mettere in gioco la propria vita per salvare quella di altri.

Questa comunità gli dimostra così il proprio affetto» ha aggiunto Seri, rivolgendo il proprio pensiero grato «a chi in questi anni, come Mario Barbaresi, non ha mai smesso di battersi perché il nome di “Bigio” fosse abbinato a un luogo della città. In questi casi però c’è una procedura da espletare».

Nessun dubbio, però, che quel luogo fosse il ponte inaugurato solo pochi anni fa «perché un ponte unisce proprio come sapeva fare lui». Resta però anche il monito che Enzo Maggi di Maredentro ha posto quasi sullo stesso piano «del ricordo di un amico, oltre che di un collega. Evitiamo che certe tragedie continuino a ripetersi. Quando non si può fare il bagno, scegliamo un altro modo di divertirci».

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