Fano, affiorano resti di 2000 anni fa: ecco dove è l'eccezionale scoperta

Fano, affiorano resti di 2000 anni fa: ecco dove è l'eccezionale scoperta
Fano, affiorano resti di 2000 anni fa: ecco dove è l'eccezionale scoperta
di Massimo Foghetti
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Martedì 7 Marzo 2023, 04:55 - Ultimo aggiornamento: 11:36
FANO Nuove scoperte archeologiche emergono nel centro storico della città, in una zona, tra l’altro, ricca di aspettative perché si trova a poca distanza dall’area ipogea di Sant’Agostino, dove alla fine dell’Ottocento sono tornate alla luce le rovine di un grande complesso termale, i cui resti si estendono fino al teatro romano nella vicina dia De Amicis. Complesso che per molto tempo è stato ritenuto la basilica di Vitruvio finché le ultime ricerche hanno definitivamente escluso tale ipotesi, rilanciando le ricerche dell’opera progettata dal grande architetto romano. L’area comunque è interessante perché è prospiciente al foro, dove si trovavano i principali edifici pubblici della antica Fanum Fortunae. E proprio a un edificio pubblico di epoca romana, risalente a circa duemila anni fa, appartengono gli ultimi ritrovamenti effettuati all’interno di una casa privata oggetto di ristrutturazione in via Vitruvio. Un complesso costituito da almeno cinque ambienti, i cui muri sono alti circa due metri ed hanno uno spessore di circa un metro e mezzo. Mura che sono rivestite in malta di calce e lastre di marmo. Sono riemerse parzialmente anche le pavimentazioni realizzate in marmi di colore verde e rosato. Recuperati anche reperti medievali segno una successiva fase di vita dell’edificio. 


«Una lastra da decifrare»


«Abbiamo seguito i lavori passo passo – dichiara l’assessore alla cultura Cora Fattori – perché in una zona particolarmente sensibile ai ritrovamenti.

Per la nostra città è una scoperta eccezionale. Attendiamo di conoscere dalla Soprintendenza archeologica tutti i particolari per poi decidere come procedere. Il proprietario dell’edificio ha mostrato una grande sensibilità, vedremo come e se potremo valorizzare il ritrovamento. E’ stata rinvenuta anche una lastra con un'iscrizione, in cui si sono salvate le lettere V e I che possono appartenere a una parola, ma anche a un numero. Il tutto è da decifrare». L’esito degli scavi ha sorpreso anche il professor Oscar Mei, docente di archeologia dell’Università di Urbino e direttore scientifico del Centro Studi Vitruviani di Fano. «C’era una grande aspettativa - sottolinea - per il compimento di queste ricerche, attuate in seguito all’occasione fornita dai lavori di ampliamento dell’edificio, dato che ci troviamo in area forense. Il fatto che si sia ritrovata questa struttura mi rinfranca alquanto dato che conferma, come avevo ipotizzato, che il foro si trovasse più spostato a  Ovest. Ora aspettiamo notizie più precise dalla Soprintendenza e confesso di non vedere l’ora di vedere personalmente quanto emerso». 


La mappa archeologica


Il ritrovamento è giudicato oltremodo importante anche dal presidente del Centro Studi Vitruviani Dino Zacchilli anche ai fini del rilevamento della carta archeologica della città antica. 
 

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