Sanità, emergenza in affanno. L’attacco ad Asur e Regione: «Pronti all’addio 10 medici del 118, nessuna premialità Covid»

L'ospedale di Urbino
L'ospedale di Urbino
di Beatrice Giannotti
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Lunedì 17 Gennaio 2022, 08:10

URBINO - «Il 118 è in prima linea da sempre e in questi 2 anni di pandemia non è stato da meno. Solo nella regione Marche sono stati fatti quasi 200.000 interventi nel 2021. Tutti i pazienti sono stati visitati e hanno ricevuto cure tempestive». A parlare è Giovanni Papi Renzetti, urbinate, responsabile regionale del sindacato medici italiani dell’emergenza 118. 

 
Dottore a bordo fa la differenza
«Per gli interventi del 2021 la presenza del medico sulle ambulanze ha fatto la differenza nel salvare numerose vite, cercando di curare i pazienti a domicilio ove possibile, evitando congestioni del pronto soccorso. Inoltre, è bene ricordare che è compito del medico indicare l’ospedale più opportuno in base alla patologia riscontrata. I medici del 118 in equipe con infermieri e autisti soccorritori lavorano per portare rapidamente l’ospedale a casa del paziente e non il paziente in ospedale». Grande carenza di medici, in tutti i settori, ma «sono sempre meno i medici che vogliono lavorare nel 118 e molti che ci lavoravano hanno lasciato il servizio per via delle condizioni di lavoro che negli anni sono decisamente peggiorate. Amministrazioni regionali e l’Asur non hanno mai cercato di migliorare il sistema – prosegue Renzetti –. A questa difficile situazione si è aggiunto un aumento del lavoro per la pandemia: per il soccorso dei pazienti ma anche per la copertura dei turni di colleghi in malattia».

Nessuna premialità Covid
«Il lavoro del medico del 118 non è un lavoro comodo, fatto di turni diurni e notturni, fatto anche di viaggi di ore e tutto senza l’appoggio o il confronto di un collega. Se poi sommiamo la politica che non considera per nulla questi medici capiamo bene perché non ci siano medici per il servizio nel 118. Solo nell’Area vasta 1 ci sono circa 10 medici su 36 rimasti che meditano di lasciare il servizio. Inoltre, ad oggi, i medici convenzionati del 118 non hanno beneficiato della premialità Covid promessa dalla regione Marche. La carenza di medici ha portato turni in postazioni sempre diverse. Questa condizione crea un aumento del disagio lavorativo per i medici e una notevole discriminazione dei pazienti del territorio, soprattutto dell’entroterra, che si vedono arrivare ambulanze senza medico. Alcune Aree vaste hanno fatto ordini di servizio per far lavorare i medici del 118 nel pronto soccorso togliendoli dall’ambulanza, azione che comporta una ulteriore de-medicalizzazione del territorio».

«La fuga così è inarrestabile»
«Cosa è stato davvero fatto per incentivare i medici a lavorare nel 118? Per la politica il 118 non esiste, in tutte le varie proposte di legge o discussioni non se ne parla mai.

Meno medici dalle postazioni, condizioni di lavoro sempre peggiori con contratti senza nessuna tutela. La fuga è inarrestabile: quale giovane medico sceglierà di lavorare in queste condizioni? È stato chiesto più volte un tavolo tecnico regionale per la riorganizzazione del sistema emergenza-urgenza. Siamo sicuri che tutti abbiamo capito quale sarà il tragico finale se non corriamo ai ripari ora?».

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