PESARO Caporalato nel mondo del volantinaggio, con stipendio da fame e le telecamere per spiare i dipendenti. Ieri la sentenza per un 43enne pakistano che ha patteggiato due anni. L’uomo, socio di una ditta di distribuzione di materiale pubblicitario era accusato di aver approfittato dello stato di bisogno di connazionali e altri extracomunitari, ma anche della loro necessità di lavorare per ottenere il permesso di soggiorno per costringerli a turni massacranti. Secondo l’accusa li avrebbe ospitati in alloggi fatiscenti e degradanti, come accertato dal reparto del Nil dei carabinieri, il nucleo ispettorato del lavoro, che oltre tre anni fa ha aperto l’inchiesta.
La ricostruzione
In pratica gli avrebbe subaffittato degli spazi con condizioni igienico sanitarie precarie. Avrebbe imposto turni massacranti, anche di 11 o 12 ore con uscita alle 6 di mattino e rientro anche alle 19 o 20 di sera per otto lavoratori.
Le contestazioni
Il Nil ha contestato anche l’assenza di misure relative all’antinfortunistica e soprattutto l’impiego della manodopera in nero, eludendo quindi le tasse. Da ultimo il 43enne pakistano doveva rispondere anche del reato per l’occupazione di lavoratori stranieri privi del permesso di soggiorno. Ieri, assistito dall’avvocatessa Elisabetta Valentini e Antonella Antoniello ha patteggiato 2 anni con pena sospesa.
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