Cancellata la ColleMar-athon: «Troppo impegnativo organizzarla». Riunione d'urgenza convocata da Fano per salvarla

Cancellata la ColleMar-athon: «Troppo impegnativo organizzarla». Riunione d'urgenza convocata da Fano per salvarla. Nella foto la partenza da Barchi nel 2022
Cancellata la ColleMar-athon: «Troppo impegnativo organizzarla». Riunione d'urgenza convocata da Fano per salvarla. Nella foto la partenza da Barchi nel 2022
di Andrea Amaduzzi
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Giovedì 19 Gennaio 2023, 02:30 - Ultimo aggiornamento: 09:19

FANO ColleMar-athon addio. Almeno per quest’anno, ma se non cambierà il quadro probabilmente per sempre. L’annuncio di cancellare l’edizione 2023 , che avrebbe dovuto svolgersi il 7 maggio, arriva a sorpresa fino ad un certo punto. Troppe le incertezze con cui l’organizzazione ha continuato a misurarsi anche in questi mesi, dopo che Annibale Montanari già un secondo dopo la conclusione dell’edizione 2022 aveva rifatto il censimento di criticità che gravavano già prima e che anche dopo sono rimaste irrisolte. 

«Scelta sofferta e dolorosa»

«Decisione sofferta e dolorosa» si legge nella nota diffusa dal comitato organizzatore a corollario della riunione in cui è stato formalizzata una rinuncia «maturata a seguito di una attenta valutazione delle tante esigenze organizzative e dei tempi amministrativi, tecnici ed economici necessari per garantire il successo della manifestazione». Unanime la volontà di continuare a far crescere l’evento, negandosi a qualunque ipotesi di ridimensionamento, ma gli standard sempre più elevati imponevano un impegno umano e finanziario che nessuno, allo stato attuale, si è più sentito di garantire.


«Personalmente avrei anche potuto fare un altro sforzo ma devo prendere atto che non ci sono le condizioni» commenta con comprensibile amarezza Montanari, che in questi anni non è mai riuscito a trovare piena corrispondenza fra la qualifica di evento di punta attribuito alla “maratona dei valori” e il trattamento concretamente riservato. Anche nel comunicato si fa esplicito riferimento a contributi pubblici non ancora accreditati. «Fano provvederà nei prossimi giorni, la Regione ancora di preciso non sappiamo» fa il punto Montanari, che in un caso potrà iscrivere a bilancio 10.000 euro e nell’altro tra i 6 e i 7.000, comunque relativi alla partita 2022, quando nel frattempo bisognava esporsi per il 2023 e come sempre senza alcuna sicurezza sul budget, nonostante «qualche privato disponibile ad incrementare il sostegno».

Le tensioni politiche

Certo non ha agevolato il clima che si è generato tra Fano e Terre Roveresche di riflesso al contenzioso sul biodigestore, condito dalla provocazione lanciata dal sindaco Sebastianelli di spostare l’arrivo a Senigallia.

La ColleMar-athon si proponeva di rappresentare anche elemento di rasserenamento («lo sport unisce» si ribadisce nel comunicato) nella dialettica fra le due amministrazioni, i cui rappresentanti si ritroveranno comunque nella riunione convocata d’urgenza dal sindaco Seri e dall’assessora Brunori per sabato mattina e che vedrà attorno allo stesso tavolo organizzatori, sindaci degli altri Comuni coinvolti e consiglieri regionali, mentre nel frattempo saranno sensibilizzate altre istituzioni e associazioni.

Mancano i contributi 2022

Un tentativo di favorire un ripensamento che sembra però arrivare fuori tempo massimo. «Perdita grave» ammette il sindaco Seri, che la ColleMar-athon l’ha anche corsa, che era stato messo al corrente del disagio e che comunque è stato colto in contropiede. Proprio come il collega di Terre Roveresche Sebastianelli, che però ne approfitta per piazzare un’altra piccola stilettata: «Noi abbiamo già fatto avere i 6.000 promessi, altri enti non ancora». 

Anche problemi logistici

Questione di soldi ma non solo dietro la sparizione di un evento capace in questi vent’anni di distinguersi per i valori che propugnava, per l’unicità del percorso, per la valorizzazione del territorio e per l’impatto turistico. Anche la sistemazione dell’arrivo era diventata un problema. Spazi troppo sacrificati quelli nei pressi della Rocca, i cui ambienti, che sarebbero stati utilizzati come deposito temporaneo, erano stati tra l’altro negati, mentre il ritorno al Pincio, giudicato lo scenario ideale, si scontrava con altre difficoltà sempre legate all’allestimento del villaggio. Quanto ad un eventuale dietrofront, sembra invece da scartare anche perché partendo adesso con la promozione dell’evento (e non in autunno, come di solito) si rischierebbe una partecipazione dimezzata.

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