ANCONA Dal 14 dicembre 2016, quando al ministero si decise di abbandonare il faraonico progetto del passante a ovest puntano verso nord, dell’uscita dal porto di Ancona si è sempre parlato come di un’infrastruttura stradale composta di tre segmenti: il lungomare Nord, l’interramento su cui far scorrere una Flaminia-bis; la bretella per collegare il lungomare con l’uscita di Torrette della variante alla statale 16, il cosiddetto Ultimo miglio; il raddoppio a quattro corsie della stessa Adriatica. Adesso che l’Anas ha pubblicato la gara d’appalto per la progettazione esecutiva e l’esecuzione dei lavori dell’Ultimo miglio, per un investimento da 148 milioni, si scopre che è stata scelta un’ipotesi progettuale che non contempla più l’utilizzo del futuro lungomare nord ricavato con l’interramento per realizzare una Flaminia bis, dedicata esclusivamente al traffico portuale, un flusso che negli anni non segnati da Covid è alimentato da circa 150mila tra tir e trailer e oltre un milione e 100mila passeggeri di auto e pullman turistici.
La rotta internazionale
Il risultato sarà che sull’attuale Flaminia, una strada comunale utilizzata come rotta internazionale, la viabilità rimarrà esattamente com’è ora, ingolfato dal traffico del porto sovrapposto a quello locale e intercomunale. Questo almeno dal bypass della Palombella fino all’altezza dell’autosalone Bartoletti (circa 500 metri prima di arrivare all’incrocio di via Conca) quando con una rotatoria il tracciato piegherà verso l’interno, raggiungendo con un paio di gallerie e un viadotto dietro l’ospedale l’innesto di Torrette della statale Adriatica. «Non era questo il piano A», faceva notare ieri con un post sui social l’ex assessore comunale al Porto Ida Simonella, ricordando che l’altra ipotesi progettuale, senz’altro preferita dal Comune di Ancona, prevedeva il raddoppio della Flaminia e la separazione, sin dal bypass della Palombella, dei flussi veicolari tra quelli portuali, in gran parte mezzi pesanti, e non.
I binari di Rfi
L’Anas ha preferito andare sul sicuro, anziché aspettare il progetto per il lungomare Nord (finanziato con 52,8 milioni, stanziati in gran parte da Rfi per la rettifica dei binari) fermo da quattro anni in attesa della Valutazione di impatto ambientale.
Marina Dorica
E non sarebbe un problema (già molto serio) solo per la viabilità sulla Flaminia, che continuerebbe a essere intasata dal traffico pesante pur liberando l’abitato di Torrette. Verrebbero meno anche altri benefici del lungomare nord. L’ex assessore al porto li ricorda: «Il progetto consente la velocizzazione della linea ferroviaria, la realizzazione di un parco naturale, il ridisegno del porticciolo di Torrette, l’attesissima protezione del Marina Dorica Ancona dall’insabbiamento progressivo e uno specchio acqueo da destinare anche alle attività sportive e altro». Simonella ricorda che il Comune di Ancona si era visto accettare, nel cosiddetto piano A, le proposte di una rotatoria su via Conca e la realizzazione di due sottopassi per raggiungere il mare. «Vanno ripresi e presidiati», è il testimone che l’ex assessore passa all’attuale amministrazione comunale.
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