Terremoto nelle Marche, 130 milioni di danni. Stato di emergenza: chi l’ha visto? È polemica

Terremoto nelle Marche, 130 milioni di danni. Stato di emergenza: chi l’ha visto? È polemica
Terremoto nelle Marche, 130 milioni di danni. Stato di emergenza: chi l’ha visto? È polemica
di Maria Teresa Bianciardi
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Sabato 19 Novembre 2022, 04:00 - Ultimo aggiornamento: 20 Novembre, 18:34

ANCONA Oltre 130 milioni di danni - e la cifra è ancora approssimativa per difetto - possono bastare per indurre il governatore Francesco Acquaroli a chiedere al governo amico lo stato di emergenza per il terremoto che ha colpito le Marche lo scorso 9 novembre? Possono bastare gli oltre 2.300 interventi effettuati dai vigili del fuoco fino ad oggi nelle province maggiormente colpite, quelle di Ancona e Pesaro Urbino?


La Regione sta valutando


Il presidente della Regione sta valutando la situazione in queste ore, e sono ore convulse con un pressing politico che ha portato allo scontro frontale centrodestra e centrosinistra in consiglio regionale, dove le parole del capogruppo leghista Renzo Marinelli («lo stato di emergenza potrebbe condizionare l’arrivo dei turisti») sono state stigmatizzate con veemenza e c’è voluto l’intervento diretto del governatore per riportare la discussione sui giusti binari.

Ma il nodo gordiano resta. Ieri il sindaco di Pesaro Matteo Ricci si è nuovamente rivolto alla Regione chiedendo di mettere da parte il fatto che il suo Comune non è dello stesso colore politico del governo marchigiano: «Come fa la destra a dire che non abbiamo bisogno di aiuto? Ogni giorno sommiamo danni privati a quelli del patrimonio pubblico. Come facciamo ad avere un aiuto dello Stato se la Regione non chiede lo Stato di Emergenza, ovvero la precondizione per essere aiutati? Tante città marchigiane, da Pesaro ad Ancona, sommano ingenti danni a patrimonio pubblico e privato». Quanto? Il sindaco di Ancona, Valeria Mancinelli, ha ipotizzato nel territorio circa 40 milioni, circa 50 a Pesaro oltre ai 7 stimati dalla Provincia per le scuole superiori, 30 a Fano e 4 in comuni limitrofi. Un totale di 130 milioni di euro, che non sono proprio bruscolini. Lo stato di emergenza?


Il paradosso Senigallia


Il paradosso è stato spiegato dalla consigliera Pd Anna Casini: «Prendiamo Senigallia, colpita da alluvione e sisma. Se la Regione non si appellerà al governo, i cittadini alluvionati con lo stato di emergenza avranno i fondi per riparare i danni. Invece i senigalliesi con crepe da riparare dopo il sisma, no. Assurdo».
Maria Teresa Bianciardi

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