Falconara, soluzione salina al posto dei vaccini. Solo 3 dei 56 beffati chiedono i danni

Falconara, soluzione salina al posto dei vaccini. Solo 3 dei 56 beffati chiedono i danni
Falconara, soluzione salina al posto dei vaccini. Solo 3 dei 56 beffati chiedono i danni
di Federica Serfilippi
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Venerdì 10 Novembre 2023, 03:30 - Ultimo aggiornamento: 12:26

FALCONARA La procura aveva conteggiato 56 persone offese, “vaccinate” con la soluzione fisiologica. Ma solo in tre hanno chiesto di potersi costituire parte civile. È iniziata ieri davanti al gup Alberto Pallucchini l’udienza preliminare nei confronti di Sergio Costantini, il medico falconarese finito nella primavera del 2021 al centro delle indagini della Squadra Mobile con l’accusa di aver inoculato la soluzione salina al posto dei vaccini anti Covid ad alcuni dei suoi pazienti. 


Il rinvio

Per valutare la legittimità delle richieste il gup ha rinviato l’udienza al 5 dicembre.

Le tre vittime chiedono complessivamente un risarcimento di 17mila euro. La difesa, rappresentata dagli avvocati Francesca Petruzzo e Antonella Palmieri, ha espresso l’intenzione di non procedere con riti alternativi. In caso di rinvio a giudizio si andrà a dibattimento. Il medico deve rispondere di peculato, falso e interruzione di pubblico servizio. I fatti contestati prendono in esame un lasso di tempo compreso tra il 30 marzo e il 12 aprile del 2021, quando la campagna vaccinale era da poco iniziata. In almeno sei occasioni il medico 70 enne avrebbe rilasciato fasulle certificazioni relative alla somministrazione del vaccino. Moglie e marito (tutelati dall’avvocato Laura Versace) credevano di essersi vaccinati il 30 marzo nello studio del medico. In realtà, per la procura, il dottore sarebbe venuto in possesso della fiala vaccinale (Pfizer, sei dosi in una boccetta) solamente il 6 aprile. L’accusa di peculato è stata contestata perché, per la procura, una dose di vaccino (quello vero) sarebbe stata destinata a un paziente che non rientrava nella categoria dei soggetti fragili. Infine, il reato di interruzione di pubblico servizio è stato ipotizzato in quanto il medico avrebbe turbato «la regolarità della campagna vaccinale». Un’anziana beffata è tutelata dagli avvocati Andrea Nobili e Bernardo Becci. 

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