La spinta del turismo nelle Marche fa crescere le imprese (meno del pre-Covid)

Nel secondo trimestre 2023 le Marche segnano un saldo di +681

La spinta del turismo nelle Marche fa crescere le imprese (meno del pre-Covid)
La spinta del turismo nelle Marche fa crescere le imprese (meno del pre-Covid)
di Lorenzo Sconocchini
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Martedì 25 Luglio 2023, 03:40 - Ultimo aggiornamento: 26 Luglio, 07:04

ANCONA Dal Covid al caro bollette, dall’effetto guerra in Ucraina all’inflazione. Eppure il sistema delle imprese marchigiane, in linea con un trend nazionale, continua a mostrare segnali di resilienza e slanci di dinamismo. Il report sul secondo trimestre 2023, diffuso ieri da Unioncamere su dati Movimprese, evidenzia tra nuove aperture (1.956) e chiusure (1.338) di imprese un saldo tra aprile e giugno di +618, alimentato in buona parte dal comparto turismo (accoglienza e ristorazione). Alla fine del mese scorso nella nostra regione risultavano iscritte 156.462 imprese, con un tasso di crescita dello 0,40% nel trimestre (leggermente al di sotto della media nazionale, +0,47%) e una variazione impercettibile (+0,01% rispetto al II trimestre ‘22). Le imprese attive si fermano però a 139.089. Ma in questo secondo trimestre 2023 le iscrizioni di imprese nelle Marche, seppure in ripresa sul secondo trimestre ‘22, restano sotto la soglia delle duemila unità, costantemente superata nel secondo trimestre del periodo 2017-2021, se si eccettua il 2020, anno delle forti restrizioni adottate per il Covid.

 


La tendenza


Le cessazioni nette, al contrario, si presentano in diminuzione, se confrontate con quelle dell’aprile-giugno 2022, e il loro numero è uno dei più contenuti della breve serie storica considerata (2017-2023) in relazione al secondo quarto dell’anno, dove sono inferiori solo i valori del 2020-2021. Nonostante l’incremento del saldo tra natalità e mortalità delle imprese, che sale a +618 unità (era appena +20 nel secondo trimestre 2022) il tasso di crescita trimestrale delle Marche (0,40%) si mantiene inferiore a quello italiano (+0,47%), «sebbene il divario - si legge nell’analisi della Camera di commercio Marche - risulti nettamente ridotto al confronto con quello del secondo trimestre 2022, quando per l’Italia il tasso di crescita era di +0,54%». 
Tutte le province marchigiane fanno rilevare saldi positivi tra iscrizioni e cessazioni nette: il saldo maggiore in termini assoluti è quello della provincia di Macerata (+233), che ottiene anche il tasso di crescita trimestrale più elevato della regione (+0,68%).

Segue la provincia di Fermo, che fa riscontrare un saldo di +121, per un tasso di crescita pari a +0,64%. La provincia di Pesaro-Urbino, sebbene abbia un saldo (+129) leggermente superiore a Fermo, per via della maggiore ampiezza del tessuto imprenditoriale di riferimento vede il suo tasso di crescita trimestrale fermarsi a +0,35%. Più contenuta è quindi la crescita della provincia di Ancona (saldo di +94, crescita trimestrale di +0,22%) e di Ascoli Piceno (+41 e +0,17%).


Le dinamiche settoriali


Nel secondo trimestre del 2023, guardando ai settori di attività, nelle Marche risultano molto diffusi i saldi dello stock positivi, con poche eccezioni. I saldi più ampi sono quelli dei servizi di alloggio e ristorazione (+137), costruzioni (+128) e attività professionali scientifiche e tecniche (+121).
Vengono poi noleggio, agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese (+62), attività immobiliari (+49), attività manifatturiere (+37) e servizi di informazione e comunicazione (+31). Sotto la soglia delle 30 unità, con saldi via via più contenuti, si incontrano attività finanziarie e assicurative, altre attività di servizi, attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento, commercio all’ingrosso e al dettaglio e altro. Saldi negativi (seppure esigui) dello stock si rilevano nel trimestre soltanto per estrazione di minerali da cave e miniere, public utilities e trasporti e magazzinaggio.
 

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