ANCONA Le imprese delle Marche resistono. E lo fanno nonostante il caro energia e l’onda lunga della pandemia. È quanto emerge dal report TrendMarche per l’anno 2022, realizzato da Cna e Confartigianato regionali col supporto di Intesa San Paolo, Politecnica delle Marche e Università Carlo Bo di Urbino. «Se il 2021 è partito alla grande, nel 2022 abbiamo un po’ rallentato» ha spiegato Emanuele Pepa, presidente di Confartigianato Marche, durante la conferenza di presentazione del report. «Ma un po’ tutti i settori presentano il segno più»guarda al bicchiere mezzo pieno Paolo Silenzi (nella foto), presidente di Cna Marche.
I dati
Venendo ai numeri, il dato più eloquente è probabilmente quello relativo all’export, con quel +82% di esportazioni nel 2022 rispetto al 2021 che pone la nostra Regione al vertice della classifica nazionale.
Il tasto dolente
Ma c’è anche un tasto dolente. Guardando al saldo delle imprese attive nelle Marche tra il 2021 ed il 2022, infatti, si registra una decrescita di 5.543 unità, ovvero -3,81%. Il dato peggiore in Italia. Su questo fronte, però, a rassicurare è l’assessore regionale al Bilancio Goffredo Brandoni: «Gli ultimi anni sono stati difficili per artigiani e pmi delle Marche ma chi ha resistito rappresenta il 92% del sistema produttivo». Lo conferma il Prodotto Interno Lordo: +3,9% nel 2022 (fonte Svimez) e sopra la media italiana.
Le prospettive
«In aumento nell’ultimo anno anche gli investimenti, con il +23,4%» hanno evidenziato Gian Luca Gregori e Ilario Favaretto, rispettivamente rettore della Politecnica e prorettore della Carlo Bo. Passando al 2023, sul tavolo ci sono già i dati parziali, quelli relativi al primo trimestre. Calano gli occupati, -1,3% rispetto ai primi tre mesi del 2022, ma il dato sorprendente è quello relativo al genere. Gli uomini occupati sono di fatto stabili - con una crescita di 895 unità rispetto al primo trimestre 2022 - mentre le donne crollano di 9.300 unità. Sempre stando ai dati di TrendMarche, l’export è cresciuto del +101,9% tra primo trimestre 2022 e primo trimestre 2023. Al di là del farmaco, trainano la moda ed i mobili marchigiani. Interessante anche la lista dei principali paesi importatori. Primeggia la Cina, di nuovo grazie al farmaceutico: +4423,8%. Crescono pure gli Stati Uniti e la Francia. Segno negativo, invece, per Germania e Regno Unito.