SkyAlps all’orizzonte, ipotesi di nuovi orari per l'aeroporto di Falconara. Soldi e aerei: più appetibile il nuovo bando

SkyAlps all’orizzonte, ipotesi di nuovi orari per l'aeroporto di Falconara
SkyAlps all’orizzonte, ipotesi di nuovi orari per l'aeroporto di Falconara
di Martina Marinangeli
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Mercoledì 7 Febbraio 2024, 02:20 - Ultimo aggiornamento: 15:31

La sabbia nella clessidra ha iniziato a scorrere. Aeroitalia ha detto a più riprese che intende lasciare le Marche «appena possibile», mollando i voli di continuità per Roma, Milano e Napoli. I ritardi e le cancellazioni che hanno costellato i mesi di dicembre e gennaio suonano dunque come un prequel dell’addio. Per far scorrere i titoli di coda, il bando prevede che la compagnia possa «recedere dalla Convenzione non prima di un anno dall’attivazione del servizio e rispettando un preavviso di almeno 180 giorni». Ma potrebbe anche andarsene prima pagando la penale. 

Il piano B

Come spiega al Corriere Adriatico il direttore generale di Enac Pierluigi Di Palma, è già pronta una exit strategy: data l’eccezionalità della situazione, un altro operatore potrebbe subentrare in corsa, così da garantire ai marchigiani il diritto alla continuità territoriale. Il dg non fa nomi specifici ovviamente, ma tra i corridoi romani sta circolando con insistenza quello di SkyAlps, compagnia regionale italiana con hub all’aeroporto di Bolzano che opera già la continuità territoriale sulla rotta Crotone-Roma. Ma perché dovrebbe venire nelle Marche per un servizio che, secondo Aeroitalia (e non solo Aeroitalia, a dire il vero), non è economicamente sostenibile? Una strada percorribile ci sarebbe: rendere meno rigidi i dettami degli Oneri di servizio pubblico, ovvero le prescrizioni del bando che fanno da rete di protezione ai finanziamenti pubblici per non farli scivolare negli aiuti di Stato.

Paletti che però dovrebbero essere bilanciati con le necessità del servizio. E adesso non lo sono. Come renderli più flessibili? Un’ipotesi sarebbe quella di modificare le fasce orarie dei voli di continuità, oggi pedissequamente fissate dal bando. Cosa che permetterebbe anche di non tenere due vettori fissi di base al Sanzio. E anche il numero minimo dei posti da garantire potrebbe essere rivisto al ribasso. Ma ci sono anche altre opzioni sul piatto, da vagliare con Stato e Regione. Per esempio, in Sardegna è stata fatta una legge che, anziché prevedere gli Osp, apre la via agli aiuti al vettore. Per capirci: pagare il contributo sul collegamento, non sul passeggero. Un po’ come per i taxi: la tariffa è la stessa, che si viaggi da soli o in tre. E questo garantisce anche l’equilibrio economico di chi opera con il taxi. Una tipologia contrattuale che, però, spesso trova la politica diffidente perché, a differenza degli Osp, non richiede un decreto.

Manca la strategia

Ma per rendere davvero appetibili i tre collegamenti domestici, i voli devono iniziare a partire pieni. Perché fino a quando la capacità di riempimento resta al 20% come è ora con Aeroitalia, difficilmente lo saranno. È necessaria una strategia di promozione e di marketing da parte della Regione e dell’Atim che fin qui non si è vista neppure con il lanternino. E nella tempesta perfetta di una compagnia aerea incline ai disservizi - cosa che ha disaffezionato anche i pochi passeggeri che aveva - e una pubblicizzazione delle rotte pari a zero, a rimetterci, come sempre, sono i marchigiani.

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