Medici di famiglia e per il 118, l'assessore Saltamartini corre ai ripari: «In autunno via ai corsi»

La centrale operativa del 118
La centrale operativa del 118
di Andrea Taffi
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Lunedì 26 Luglio 2021, 04:05 - Ultimo aggiornamento: 15:50

ANCONA - Ci sono due problemi per le Marche della sanità, fuori dalla trincea del Covid. E non sono neanche piccoli: il primo riguarda medici di prima linea e il 118 che è sotto organico.

Su 180 medici attuali del 118 ne mancano circa 60 è la stima che circola tra Torrette e Palazzo Rossini, in Regione. Il secondo riguarda la questione ancora più delicata della carenza dei medici di medicina generale, i medici di base.

L’assessore regionale Saltamartini sta lavorando da diverse settimane su entrambi i fronti con l’obiettivo di trovare risposte e, soprattutto, di trovarle in tempi stretti. Per questo, la Regione stra organizzando il corso per l’ abilitazione dei medici allo svolgimento dell’attività del 118: si parla di avvio tra ottobre e novembre 2021 prevedendo come termine di conclusione maggio 2022. 


Tre mesi per iniziare
Tempo, quindi, tre mesi salvo complicazioni, e il percorso formativo sarà pienamente in piedi.

I tempi sono stati calcolati per evitare l’accavallamento con il percorso di formazione per i medici di medicina generale. L’idea è quella di formare 50 nuovi medici con le stesse modalità attuate nell’ultimo evento formativo che prevede una parte di lezioni frontali centralizzata (si ipotizza di erogarla attraverso la modalità di formazione a distanza) e la parte pratica che verrà portata a vanti presso le singole Aree vaste. 


La gratuità del corso
«Stiamo valutando - spiega l’assessore Saltamartini - di garantire la gratuità del corso per il solo personale interessato a svolgere tale mansione: molti medici frequentano i corsi ma poi non concorrono ad assumere questa funzione preferendo altri impieghi».

Il percorso di formazione dei medici di medicina generale dura 3 anni. L’avvio dei corsi è una buona notizia ma la vera domanda è come si arriverà al 2024 visto che molte aree lamentano posizioni scoperte. «Le misure sono quelle di aumentare il convenzionamento da 1.500 a 1.800 pazienti - conclude Saltamartini e l’impiego degli specializzandi utilizzando le norme Covid che prevedono questa possibilità».

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