Filippo Saltamartini: «Il rapporto con Aldo Salvi? Io assessore, lui tecnico. Nessun conflitto»

Il vice presidente della Regione chiarisce i ruoli nella sanità dopo la nomina dell'ex primario

Filippo Saltamartini: «Il rapporto con Aldo Salvi? Io assessore, lui tecnico. Nessun conflitto»
Filippo Saltamartini: «Il rapporto con Aldo Salvi? Io assessore, lui tecnico. Nessun conflitto»
di Martina Marinangeli
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Mercoledì 27 Dicembre 2023, 04:05 - Ultimo aggiornamento: 28 Dicembre, 07:07

Filippo Saltamartini, vicepresidente della Regione e assessore con la pesante delega alla Sanità: uno dei nervi più scoperti del settore è quello delle liste d’attesa, finito nel mirino prima della Corte dei Conti, poi della pesantissima bordata dei revisori dei conti. Che succede?

«Sulle liste d’attesa la Corte dei Conti ci ha contestato il fatto che non abbiamo speso i 12 milioni di euro finalizzati dal Governo a questa voce. Però noi non avevamo la copertura per alcuni farmaci oncologici innovativi, quindi abbiamo preso una decisione: 3,5 milioni sono andati alle liste d’attesa, il resto è stato speso per questi farmaci. E come assessore mi assumo l’intera responsabilità di questa decisione».

I revisori dei conti, invece, hanno parlato di una sanità marchigiana per privilegiati e raccomandati.

«Siamo in una fase di riorganizzazione delle liste d’attesa.

La prima riforma che dobbiamo fare è quella del Cup: ancora oggi risponde dicendo che non si può prenotare una prestazione o mandando pazienti di Urbino ad Ascoli».

Cos’è andato storto?

«Il sistema che avevo individuato, con un dirigente per ogni azienda che si occupasse di liste di attesa, alla fine non ha funzionato».

Perché?

«Le aziende sono andate un po’ per ordine sparso e ci siamo trovati con situazioni critiche che andranno raddrizzate. Ho bisogno che qualcuno controlli giorno per giorno le liste di attesa. È in questo tipo di cose che mi servirà l’aiuto del sottosegretario Salvi».

E veniamo al punto: la nomina dell’ex primario del Pronto soccorso di Torrette a sottosegretario con deleghe alla sanità è stata vista da alcuni come un commissariamento. Che rapporto avrete?

«Io sono vicepresidente della Regione e assessore alla Sanità. Lui è un sottosegretario, un tecnico che non vota. Aldo Salvi è un medico, può essere più operativo sul campo, può andare nei Pronto soccorso, monitorare quotidianamente le liste d’attesa. E io così posso recuperare quel rapporto politico di cui in questi anni non mi sono potuto occupare perché per mesi sono stato senza capo del Dipartimento e senza direttore dell’Ars».

Nessun conflitto all’orizzonte, dunque?

«No, perché non ci saranno sovrapposizioni, sono ruoli distinti».

Un aiuto in più fa sempre comodo, considerando anche la riforma in atto.

«Esatto. La riforma è entrata in vigore lo scorso gennaio. Poi, ad agosto, abbiamo approvato il Piano socio sanitario. Serve tempo per vedere i risultati. Ma ci sono alcune cose che rivendico».

Per esempio?

«L’accordo con i medici di medicina generale per gli ambulatori territoriali con cui riusciamo a concentrare la loro capacità operativa. E i 50 punti salute (finora ne abbiamo aperti 5, ma nei prossimi mesi faremo aperture a valanga): si tratta di centri in cui il cittadino accede con la ricetta per ricevere una serie di prestazioni, e i risultati vengono poi inviati a Torrette, Inrca o gli altri ospedali per acuti. E quest’anno compreremo 5 autotreni, uno per provincia, per le visite oculistiche che saranno itineranti».

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