Pronto soccorso a pagamento? Un rischioso trabocchetto. Foto generica

Salvi: «Pronto soccorso a pagamento? Un rischioso trabocchetto. Servono (altre) scelte lungimiranti»

di Aldo Salvi
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Sabato 19 Agosto 2023, 01:30 - Ultimo aggiornamento: 17:34

Sta facendo clamore il “Pronto soccorso a pagamento” attivato recentemente in Lombardia. Per capirci qualcosa di più sono andato sul sito del Gruppo San Donato all’indirizzo https://www.grupposandonato.it/campagne/ambulatorio-accesso-diretto, che illustra “il nuovo servizio ambulatoriale senza prenotazione presso Ospedale Galeazzi Sant’Ambrogio e Policlinico San Donato”.

«Gli ambulatori ad accesso diretto degli IRCCS Ospedale Galeazzi Sant’Ambrogio e Policlinico San Donato - spiega il sito - rappresentano un nuovo servizio, a Milano, offerto in regime di solvenza, per sottoporsi a visite mediche, trattamenti e ad eventuali esami diagnostici senza bisogno di prenotare. In caso di necessità di prestazioni sanitarie che non hanno carattere di urgenza (es. medicazioni di tagli o ferite, riscontro medico dopo un trauma di lieve-media entità etc etc.), il paziente può recarsi presso gli ambulatori ad accesso diretto e ricevere l’assistenza dello specialista più adatto».

L'accesso

Come accedere all’ambulatorio ad accesso diretto dell’ospedale Galeazzi Sant’Ambrogio? Per accedere al servizio il paziente deve recarsi in “Accettazione privati” e selezionare dal totem il tasto “Ambulatorio accesso rapido”, poi recarsi allo sportello dedicato per il pagamento. Il personale di accettazione lo valuterà e fisserà la visita con lo specialista più idoneo per la cura e trattamento del suo problema, tra: ortopedico, cardiologo, urologo, odontoiatra. Il costo del servizio ambulatoriale ad accesso diretto è di 190 euro, comprensivo di visita e degli esami di laboratorio (a parte, i costi relativi ad eventuali esami diagnostici di 1° e 2° livello e strumentali stabiliti dal medico in caso di necessità). «Il servizio - spiega ancora il gruppo San Donato - è attivo dal lunedì al venerdì, dalle ore 7 e 30 alle 18, mentre nel mese di agosto l’orario previsto è dalle 7,30 alle 15,30».

Le considerazioni

Fin qui le informazioni sul funzionamento del Pronto soccorso a pagamento. Sorgono spontanee alcune considerazioni: anzitutto dal punto di vista dei costi: la visita base e gli esami di laboratorio costano 190 € (e non 149 come riportato da vari giornali) poi ci sono i costi degli esami aggiuntivi che verranno decisi dai medici della stessa struttura: sebbene creda fermamente nella buona fede di ogni medico, il dubbio che questo generi un circolo vizioso di proliferazione diagnostica non può non balenare.

Quanto spenderà un cittadino, sebbene benestante, per una banale dolore toracico di parete? Solo per fare un esempio. E ancora è etico che un cittadino paghi per una piccola ferita o una banale contusione 190 € quando questa patologia richiederà al massimo 10 minuti di tempo medico? Qualcuno potrebbe obiettare “si paga l’urgenza”, ma che urgenza è se espletata in giorni ed orari ben programmati? In secondo luogo questa tipologia di attività parallela non apporterà nessun benefico ai Pronto Soccorso pubblici. Infatti poiché la causa principale del sovraffollamento del pronto soccorso è identificata ormai da tutta la letteratura nei pazienti per i quali si è deciso il ricovero, ma che rimangono in Pronto soccorso in attesa di un letto di degenza nei reparti (ormai universalmente noto come boarding), appare chiaro perché gli interventi mirati a ridurre l’afflusso sono stati solo minimamente efficaci in vari studi ed esperienze.

Quante deviazioni

Numerosi lavori scientifici dimostrano che la “deviazione” dei pazienti non urgenti ha prodotto poco beneficio in termini di carico del Pronto Soccorso e comunque bisognerà mettere nel conto che alla fine una quota, anche se piccola, di questi pazienti non urgenti richiederà il ricovero ospedaliero (nella nostra realtà il 7% dei codici verdi e lo 0,6% dei codici bianchi): chi si farà carico di questi assistiti? Sicuramente ritorneranno ad affollare i Pronto Soccorso pubblici. Attivare percorsi dedicati ai codici di bassa gravità è utile soprattutto per evitare lunghe attese per assistiti che possono vedere risolti rapidamente e talvolta banalmente i loro problemi e comunque anche questa attività richiede un “governo” specifico.

Cosa fare

Se realmente si vuole ridurre la “sofferenza” dei Pronto soccorso bisogna agire principalmente sul boarding: problema complesso perché investe diversi settori dell’organizzazione sanitaria e ha radici in annose strategie poco oculate, ma da non considerare irrisolvibile. In una “materia” così delicata le scelte devono essere meditate, lungimiranti, basate sui dati reali e sulla loro elaborazione, ma soprattutto tali da salvaguardare l’equità dell’assistenza, equità in particolare necessaria in un settore, quello dell’urgenza, dove sottovalutare un sintomo potrebbe significare perdere una vita: chi non può permettersi di pagare potrebbe essere indotto a sottovalutare! La preghiera a chi ha potere/dovere decisionale è che si faccia ogni sforzo per non alimentare questo che a me pare un rischioso “trabocchetto” e soprattutto non si pensi a questo come la soluzione dei problemi dei nostri Pronto Soccorso. 

*ex primario
del Pronto soccorso 
degli Ospedali Riuniti
di Ancona

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