ANCONA - È stato il jolly estratto dal cilindro per mettere fine alla crisi di governo e far scorrere i titoli di coda sul golpe tentato dalla Lega per il rimpasto di giunta. Ma ad un mese di distanza, la figura del sottosegretario non è ancora operativa. Era il lontano 19 ottobre quando il governatore Francesco Acquaroli e i rappresentanti dei partiti di centrodestra si incontrarono a Roma proprio per trovare un profilo adeguato a cui affidare l’incarico, così da far tornare l’armonia nella maggioranza. E c’era stata convergenza unanime sull’ex primario del Pronto soccorso di Torrette Aldo Salvi, che da sottosegretario avrà come priorità la gestione della Sanità in supporto all’assessore Filippo Saltamartini. Tutti d’accordo, bene. Ma allora perché ancora non è operativo?
I tempi biblici
Perché l’iter, come sempre nella pubblica amministrazione, è lungo a dismisura.
Ad oggi, però, la pdl non compare all’ordine del giorno dei lavori dell’aula nel mese di novembre. Considerando il passo di bradipo fin qui tenuto, se va bene se ne riparla ad anno nuovo. All’articolo 2 della proposta di legge si legge che «il sottosegretario consigliere mantiene il trattamento economico già percepito in qualità di consigliere senza indennità aggiuntiva, mentre al sottosegretario non consigliere viene prevista un’indennità omnicomprensiva pari al 75% dell’indennità di carica prevista per i consiglieri regionali».
Gli interrogativi
L’autorizzazione di spesa è dunque di 133mila euro nel triennio (11mila euro nel 2023 e 61mila sia nel 2024 che nel 2025). E siccome la scelta è caduta su Salvi, nome esterno all’assemblea legislativa, l’indennità è prevista. Ma al di là del costo extra, è la dilatazione dei tempi a far sorgere più di un punto interrogativo. Considerando che la legislatura si chiude nel 2025, quanto ancora si vuole aspettare?