Goletta Verde a San Benedetto per rilanciare le aree marine protette nelle Marche

Goletta Verde a San Benedetto per rilanciare le aree marine protette
Goletta Verde a San Benedetto per rilanciare le aree marine protette
di Luigina Pezzoli
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Martedì 1 Agosto 2023, 04:30 - Ultimo aggiornamento: 11:50

SAN BENEDETTO - Biodiversità dell’Adriatico a rischio, la conservazione e la fruizione possono essere garantite con l’istituzione di Aree marine protette. È stato il tema centrale della tappa inaugurale del tour marchigiano di Goletta Verde che ieri ha gettato l’ancora di fronte al molo del Circolo nautico sambenedettese. Si tratta della barca simbolo della campagna estiva di Legambiente volta ad evidenziare i problemi delle coste italiane, con le possibili soluzioni, e a difendere il mare e la sua biodiversità.


Il convegno


Proprio sul molo si è tenuto il convegno “La costa marchigiana verso la transizione ecologica: turismo, pesca, aree protette”.

Le aree protette del Conero e del Piceno continuano a dividere gli animi soprattutto dove da mesi si dibatte sui pro e sui contro della loro istituzione. Tra i sostenitori del progetto c’è Olga Silvestri del Comitato Amp Piceno che nel corso del simposio ha spiegato: «L’istituzione del Parco marino rappresenta la più efficace risposta al declino della biodiversità nell’Adriatico. Si tratta di un progetto sostenibile ed equilibrato, che tiene conto delle necessità di conservazione della biodiversità e delle esigenze del mondo della pesca. Un’occasione per l’intero comparto della pesca considerato che le aree precluse alle attività saranno veramente poche, inoltre si potranno avviare innovativi progetti, trasferibili in altri contesti analoghi».


I pescatori


A guardare con perplessità alla costituzione dell’Amp c’è la categoria dei vongolari che si vedrebbe bloccare la loro pesca in un tratto di mare. Non convinti dei risvolti positivi del progetto anche il comune di Cupra Marittima e alcune realtà presenti nel territorio ovvero l’associazione turistica Acot, l’Aps Balneari e l’associazione Piccola pesca che temono un appesantimento burocratico e politico nella gestione di un settore già alle prese con laccioli di vario genere.


Daniel Li Veli del Cnr Irbm, tra i relatori del convegno, ha parlato dell’Area marina del Piceno come un caso da studiare. Ha detto: «Bisogna vedere se ci sono i presupposti per la sua realizzazione, coinvolgendo tutti gli attori. Sicuramente ci sono aree più papabili come quella del Conero con fondali rocciosi e dunque una ricchezza specifica superiore: un tratto di discontinuità rispetto a tutto l’Adriatico. Per trovare i promontori, oltre Pesaro, bisogna salire a Trieste oppure scendere direttamente al Gargano».

Marco Ciarulli, presidente Legambiente Marche ha commentato come: «Le aree marine protette, come dimostrano i tanti successi delle attuali 30 già istituite, sono garanzia di partecipazione delle comunità locali nella governance e di opportunità economica e sociale per i territori interessati. L’Adriatico è un hotspot di biodiversità a rischio a causa del cambiamento climatico e del sovrasfruttamento degli stock ittici. L’Europa ci ha dato un obiettivo: raggiungere in tutto il territorio nazionale almeno il 30% di aree protette nel 2030, terrestri e marine. Attualmente nelle Marche le aree terrestri protette sono il 10%, a livello marino non esistono». Sisto Bruni, presidente Circolo Legambiente “Lu Cucale” San Benedetto del Tronto ha infine sottolineato che: «Istituire oggi le aree marine protette del Conero e del Piceno significa garantire la tutela efficace della nostra biodiversità marina che in Adriatico è fortemente a rischio».

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