Il dibattito
Ma i tempi lunghi del dibattito hanno impedito di arrivare al disco verde dell’assemblea legislativa e la seduta è stata aggiornata ad oggi. Stando al documento, la previsione delle entrate ammonta a 5.909.277.881 euro per il 2024, a 5.090.724.315 euro nel 2025 ed a 4.697.180.733 euro per il 2026, ma gran parte delle spese sono fisse e quelle libere si riducono a poche centinaia di milioni. E alcune voci di spesa, inevitabilmente, subiranno dei tagli a causa della sforbiciata data da Roma. Ma più che i numeri, ieri sono state polemiche e retroscena a tenere banco. A partire dalla manifestazione di Cgil, Cisl e Uil ieri mattina datanti a Palazzo Leopardi. Una protesta dovuta al mancato dialogo con la giunta e al fatto che «nel bilancio non vengano affrontati i reali problemi dei marchigiani», il j’accuse dei segretari regionali Gabriele Santarelli (Cgil), Claudia Mazzucchelli (Uil) e Marco Ferracuti, che segretario di Cisl Marche lo diventerà dal 10 gennaio. Dentro il Palazzo, invece, a fare rumore è stata l’assenza del presidente del Consiglio Dino Latini.
L’assenza che si nota
Un fatto quantomeno inusuale che la più alta carica dell’assemblea legislativa non presieda la seduta in cui si discute il documento più importante in assoluto.
Nell’esprimere parere favorevole, il collegio composto da Stefano Sandroni, Alessandra Angeletti e Filippo Mangiapane ha richiamato l’attenzione «su quanto segnalato reiteratamente sin dall’avvio del proprio mandato e quindi nel corso dell’ultimo biennio 2022-2023, con particolare riguardo», tra le altre cose, alla «gestione e risoluzione liste attesa sanità, vero banco di prova di questa amministrazione, i cui dati non tollerabili portano a pensare che la sanità marchigiana, tutt’altro che universale, sia per pochi privilegiati (facoltosi, raccomandati, fortunati, ecc)». Un attacco frontale su uno dei nervi più scoperti di questa giunta. E non pare un caso.