Il Piano socio sanitario adesso diventa realtà. Via libera della giunta regionale delle Marche

Il Piano socio sanitario adesso diventa realtà. Via libera della giunta regionale
Il Piano socio sanitario adesso diventa realtà. Via libera della giunta regionale
di Martina Marinangeli
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Venerdì 26 Maggio 2023, 03:30 - Ultimo aggiornamento: 10:43

ANCONA Il documento programmatico per eccellenza. Quello che traccia le linee di indirizzo su cui dovrà muoversi, almeno per il prossimo triennio, la sanità post riforma approvata lo scorso agosto. Quella, per capirci, che ha azzerato Asur e Marche Nord, e creato le 5 Ast provinciali. Parliamo del Piano socio sanitario 2023-2025, che ieri ha avuto disco verde dalla giunta regionale e che ora dovrà passare al vaglio dell’assemblea legislativa entro l’estate. 


La strategia

«Uno degli atti più significativi della legislatura - la definizione che ne dà il governatore Francesco Acquaroli -.

Finalmente un approccio razionale: per la prima volta il Piano parte da un’analisi dei fabbisogni effettuata in maniera scientifica, che ci ha restituito la reale domanda sanitaria della popolazione. Da una visione ospedali-centrica si passa a una sanità che vede nella medicina territoriale un elemento strategico». Tra gli obiettivi primari, lo sviluppo di ospedali di alta specializzazione e strutture minori diffuse su tutto il territorio, l’abbattimento delle liste di attesa, la drastica riduzione di mobilità passiva, l’integrazione tra servizi pubblici e privati. Nelle quasi 200 pagine di documento, vengono poi enucleati i programmi strategici articolati in otto macro aree: si va dal potenziamento dei sistemi di prevenzione e sicurezza sul territorio (per programmare azioni concrete di intervento per prevenire le maggiori criticità in caso di situazioni di emergenza, fragilità o cronicità) all’assistenza territoriale, con ampliamento dei servizi di prossimità domiciliare e delle cure intermedie.

I capitoli

C’è poi il capitolo sull’assistenza ospedaliera - con la «rimodulazione delle reti cliniche, il recupero della mobilità passiva e il potenziamento delle aree disagiate» - e il governo dei tempi di attesa. Seguono lo «sviluppo dell’assistenza farmaceutica, della protesica e dei dispositivi medici», la «digitalizzazione del Ssr», l’adeguamento infrastrutturale in applicazione del Pnrr , la qualificazione del personale e la valorizzazione della ricerca. «Il Piano – aggiunge l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini -  vede nel recupero della mobilità passiva e nello sviluppo del sistema integrato dei servizi territoriali le priorità assolute». Ma intanto, il Partito democratico lancia il suo j’accuse contro la riforma sanitaria che ha portato alla costituzione delle 5 Ast. «Ammonta esattamente a 1.135.800 euro la maggiorazione del trattamento economico dei direttori generali e degli staff delle nuove Ast - la bordata del capogruppo regionale Maurizio Mangialardi. Oltre un milione di euro che, come previsto dalla legge, non sarà coperto con risorse aggiuntive, ma con il taglio dei servizi». Ai 5 direttori generali - che verranno nominati lunedì dalla giunta - spetta un compenso annuo di 140mila euro, mentre ai direttori sanitari, a quelli amministrativi e ai direttori sociosanitari, uno da 112mila euro. Cifre a cui si aggiunge la retribuzione di risultato che può essere di massimo 28mila euro per i dg e di 22,4mila euro per le altre tre figure. «Più soldi in tasca a coloro che beneficeranno della nomina dirigenziale. E pensare chE per il personale precario fino a oggi non si è fatto nulla», la stoccata finale.

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