Amazon posa la prima pietra: odissea finita, cantiere al via. Mille assunzioni previste a Jesi

Polo logistico all’interporto della Vallesina: investimento da 150milioni

Amazon posa la prima pietra: odissea finita, cantiere al via. Mille assunzioni previste a Jesi
Amazon posa la prima pietra: odissea finita, cantiere al via. Mille assunzioni previste a Jesi
di Fabrizio Romagnoli
4 Minuti di Lettura
Giovedì 25 Maggio 2023, 02:50 - Ultimo aggiornamento: 26 Maggio, 07:47
JESI - Oltre 150 milioni di euro di investimento, mille posti di lavoro a tempo indeterminato (che potrebbero raddoppiare considerando l’indotto) previsti entro 3 anni dall’apertura, fra 2024 e 2025. Un travagliato percorso durato oltre due anni ma arrivato, ieri, alla posa della prima pietra. «Qui una realtà che unisce alta densità di occupazione e alta densità di innovazione. È raro che accada» evidenzia Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy sceso nel cuore della Vallesina per salutare il nuovo centro di distribuzione Amazon a Jesi che comincia a prendere forma alla Coppetella. Sarà l’undicesimo dell’azienda in Italia, il quinto nel Centro-Sud di un colosso che, annuncio di ieri, tocca attualmente i 18mila occupati in tutto il Paese. Ma non solo. 


Le opportunità


«Grazie ad Amazon, con la sua vetrina nel mondo, sempre più piccole e medie imprese del sistema marchigiano potranno affacciarsi al mercato globale – rileva il ministro Urso - è già così per 500 aziende della regione, 20mila in tutta Italia». Le 500 marchigiane, nel 2021, tramite lo store Amazon, hanno venduto beni per 25milioni all’estero. D’altro canto, per il ministro: «Le nuove regole della globalizzazione e la necessità di tornare ad accorciare le filiere rendono di nuovo quello marchigiano e italiano fondato sulle Pmi un modello». E allora, aggiunge Urso: «Questo è un evento molto importante per le Marche e il centro-sud Italia. Amazon ha investito nel Made in Italy e gliene diamo atto». In linea, per il ministro, con gli intenti del Governo di cui fa parte. «Stiamo lavorando su diversi ambiti, il primo è incrementare gli investimenti esteri nel nostro Paese. Che, tra l’altro, cresce oggi dello 0,5%, più della media dei Paesi Osce e G7, smentendo profeti di sventura che parlavano di recessione. Sarà presto pronto un disegno di legge per il made in Italy, il Liceo del made in Italy al via dal 2024.

Altre direzioni in cui muoversi: riordinare e semplificare un sistema di incentivi che ne vede in campo quasi 200 diversi fra Stato e Regioni. E poi lavorare sul trasferimento di conoscenze, dando possibilità alle imprese di richiamare in azienda i pensionati per affiancare nella formazione i giovani. Invertire il trend che ci vede rivolgerci all’estero per materie prime disponibili in Italia come legno, argilla, fibre naturali. L’obiettivo è portare al lavoro i 3 milioni di giovani che oggi né studiano né lavorano». 


Il modello marchigiano


Ad accompagnare Urso la sottosegretaria marchigiana a economia e finanze Lucia Albano, che evidenzia «l’orgoglio di sentir parlare di modello marchigiano. Dopo il potenziamento dell’aeroporto e del porto, oggi un altro tassello». Il presidente della Regione, Francesco Acquaroli, accoglie Urso e ricorda «il percorso lunghissimo fatto per essere qui oggi. Un anno fa questa era una opportunità che sembrava tramontata. Ma il lavoro della filiera istituzionale e l’impegno del Cda di Interporto hanno creato le condizioni per arrivare ad un insediamento che dà forza e credibilità a tutto il territorio. Parte una nuova sfida: Amazon ha fatto la sua parte e ora sta a noi fare la nostra. Passa dalla strategia di costituzione di un polo logistico tra porto, interporto e aeroporto, che si costruisce dialogando fra le parti». Dici Cda di Interporto e il presidente, Massimo Stronati, ne porta il saluto e la consapevolezza di essere stati punto di svolta con i colleghi Roberta Fileni e Gilberto Gasparoni: «Finalmente passo il testimone di “uomo-Amazon”, ora che Amazon è qui. Grazie allo sforzo di tutte le istituzioni. Ci sono voluti coraggio e sacrificio, l’abbiamo fatto per il territorio e per il lavoro. Grazie alla giunta Acquaroli che in Interporto ha creduto e lo ha rifinanziato e un anno fa ci ha nominati nel Cda per questo risultato fortemente voluto». In sala i sindaci di Jesi di oggi, Lorenzo Fiordelmondo, e di ieri, Massimo Bacci, di cui tutti intervenendo ricordano ruolo e spinta per arrivare alla prima pietra Amazon. 
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA