Amazon nelle Marche, il ministro Urso: «Bene i mille posti generati dall’hub. Incentivano i giovani a essere attivi»

Amazon nelle Marche: «Bene i mille posti generati dall’hub. Incentivano i giovani a essere attivi»
Amazon nelle Marche: «Bene i mille posti generati dall’hub. Incentivano i giovani a essere attivi»
di Martina Marinangeli
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Mercoledì 24 Maggio 2023, 03:00 - Ultimo aggiornamento: 11:40

Adolfo Urso, ministro alle Imprese e al Made in Italy: la posa della prima pietra dell’hub di Amazon rappresenta l’elemento plastico del nuovo corso per la logistica regionale. Che tipo di opportunità darà questa operazione alle Marche e al centro Italia?
«Oggi a Jesi sorgerà l’11° centro di distribuzione in Italia di Amazon, il 5° dell’Italia centro-meridionale e il 1° delle Marche: posare questa prima pietra ha un valore doppiamente simbolico per una regione che, insieme ad altri territori, è stata duramente colpita dalle inondazioni».

 
Il nuovo polo logistico della multinazionale dovrebbe garantire oltre mille nuovi posti di lavoro, ma non si rischia che si tratti di un tipo di lavoro non qualificato e non qualificante?
«In Italia ci sono 3 milioni di giovani che non studiano, non lavorano e non cercano lavoro.

Nelle Marche quasi un giovane su cinque si trova in questa situazione. Dobbiamo incentivarli ad essere attivi nella società. Generare mille posti di lavoro significa dare risposta a questa esigenza, creando benefici per l’intero territorio in un settore in forte espansione».

Secondo le analisi dello studio Excelsior declinato sulle Marche, sul mercato sono introvabili figure quali gli operai specializzati, soprattutto nella moda: basterà il Liceo del Made in Italy per risolvere questo tipo di problema?
«Non c’è una soluzione semplice e immediata, ma un percorso che va avviato in tempi rapidi per iniziare a creare le competenze necessarie alle nostre imprese. C’è bisogno di persone formate, a ogni livello. Il Liceo del Made in Italy è un tassello importante di questa strategia perché colma una carenza nella formazione della scuola secondaria e lo fa coniugando competenze trasversali con esigenze che rispondono alle vocazioni dei nostri distretti industriali. Il Governo è impegnato in un’azione articolata che ha una sua prima attuazione nel prossimo Ddl Made in Italy».

Il tessuto produttivo delle Marche è composto per oltre il 90% da piccole e medie imprese: cosa si deve fare per garantirne lo sviluppo nell’economia del terzo millennio?
«Nel riordino degli incentivi che il Governo sta portando avanti, grande attenzione sarà riservata all’esigenza delle Pmi: penso alle agevolazioni fiscali del Piano Transizione 4.0. Ma il territorio italiano è fatto anche di industrie medie e grandi che vanno tutelate per garantire la tenuta delle piccole imprese fornitrici e dell’occupazione. Ne è un esempio recente il decreto Golden Power approvato dal Governo su mia proposta che ha previsto una serie di prescrizioni sulla fusione tra Whirlpool e Arcelik volte a tutelare l’occupazione e la produzione degli stabilimenti, di cui due su quattro sono proprio nelle Marche».

Nel 2022, le Marche hanno avuto un’impennata del 20% nell’export e, se si aggiunge la farmaceutica, hanno centrato il miglior risultato italiano: a cosa è dovuto questo “miracolo” e cosa si deve fare per confermarlo anche nei prossimi anni?
«Le Marche sono la plastica rappresentazione di come, nella nuova stagione della deglobalizzazione, con la necessità di tornare a filiere più corte, l’Italia possa svolgere un ruolo da protagonista nel mercato e nell’industria globale. Per la vostra regione il 2022 è stato un anno all’insegna della crescita di tutti i principali indicatori e per tutti i settori, per primi quelli che partivano più indietro come calzature e abbigliamento, con performance migliori della media nazionale». 

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