Aurora morta mentre tornava a casa, mamma Agnese: «Chi le è andato addosso non ci ha fatto nemmeno le condoglianze»

L'appello di Agnese Bendelari: i giovani devono rispettare la vita. Non si rendono conto della distruzione che causano

Aurora morta mentre tornava a casa, mamma Agnese: «Chi le è andato addosso non ci ha fatto nemmeno le condoglianze»
Aurora morta mentre tornava a casa, mamma Agnese: «Chi le è andato addosso non ci ha fatto nemmeno le condoglianze»
di Veronique Angeletti
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Lunedì 24 Aprile 2023, 04:30 - Ultimo aggiornamento: 17:27

Ogni incidente mortale, che sia vicino o lontano, riaccende il dolore di Agnese Bendelari, la mamma della 22enne Aurora Caruso di Collemarino che perse la vita sette mesi fa ad Osimo. La ragazza aveva appena finito il turno di lavoro serale al “Risparmio Casa” al Cargopier, e uscendo dal centro commerciale, immettendosi da via Sbrozzola sulla Statale 16, la sua Alfa 147 è stata centrata in pieno da una Opel Astra guidata da un 21enne diretta a sud.

  
Agnese, cosa vorrebbe dire ai genitori delle vittime della strada?
«Che il dolore purtroppo andrà crescendo. Che i figli morendo lasciano un vuoto devastante, incolmabile e che ogni volta che sentiranno di un incidente, una piaga si riapre perché niente aiuta a rimarginare. Ma è a tutti gli altri che vorrei poter parlare».
Per dire cosa?
«Che trasgredire è diventata una regola per troppi giovani al volante. Capisco che tutti, da ragazzi, siamo stati audaci, non abbiamo del tutto rispettato i limiti, il codice della strada. Ma se la nostra generazione ci metteva la testa ed imparava dagli errori, sembra che questi giovani vadano avanti a tutta velocità senza curarsi di chi sta intorno, delle persone che ammazzano, delle famiglie che sfasciano e della gente che lasciano nella disperazione».
Allude al ragazzo alla guida della Opel che ha travolto sua figlia?
«Non alludo, affermo. Aspettiamo gli esiti. Ma dallo stato delle macchine, si vede che non rispettava i limiti dei 70 chilometri all’ora. Sa che non ci ha fatto le condoglianze, che non si è scusato, che non ha nemmeno avuto cura di comunicarci che gli dispiaceva. Intanto, Aurora avrebbe compiuto 23 anni e non ci è arrivata ma lui i suoi 22 anni li ha festeggiati. Pertanto, è tempo che la società si mobiliti e prenda provvedimenti per educare i ragazzi ai veri valori, quella della vita, e che le regole esistono e vanno rispettate. E poi, ci devono essere dei controlli e un sistema che punisce davvero. Il ragazzo che ha ammazzato Aurora, a febbraio 2021 aveva avuto un altro brutto incidente e gli era stata sospesa la patente per otto mesi. Ma poi gli è stata ridata e, visibilmente, non ha imparato la lezione».
Dove ha perso la vita sua figlia è considerato un tratto della statale pericolosissimo. Ci sono novità sulla messa in sicurezza?
«Ho saputo tramite il Corriere Adriatico che erano stati stanziati dei fondi nel 2019 per migliorare la viabilità e che i lavori sono stati finalmente affidati per costruire una rotatoria davanti al Cargopier. Ma le date parlano da sole e non mentono. Ci vogliono davvero quattro anni per mettere in sicurezza un tratto stradale che miete vittime? Quante famiglie devono piangere per colpa del menefreghismo o di chi parla senza sapere cosa dice?».
A cosa si riferisce?
«Quando Aurora è morta abbiamo dovuto difenderla e dimostrare che non era vero che era al telefonino. Ma il peggio è stato dover spiegare alla gente che era normale che avesse scelto di uscire da quel lato del centro commerciale. Per alcuni, Aurora, sapendo che era pericoloso, avrebbe dovuto fare il giro lungo. La morte in qualche modo se l’era cercata».
Oggi, come è la sua vita?
«Distrutta. Vado avanti perché ho Giacomo, l’altro figlio, un marito e mio padre. Devo essere forte per tutti quanti. Ho perso 30 chili e per fortuna qualcuno mi ha regalato una cagnolina che mi segue come un’ombra. L’ho chiamata Peppa. Era il soprannome che davo ad Aurora e guarda a caso, quel cucciolo è nato il giorno che mia figlia è morta».
 

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