Raddoppio della ferrovia Orte-Falconara, arriva l’ok della Soprintendenza ma ci sono 25 prescrizioni per il progetto esecutivo

Parere favorevole alla richiesta di compatibilità ambientale per il lotto tra Genga e Serra San Quirico

Raddoppio della ferrovia Orte-Falconara, arriva l’ok della Soprintendenza ma ci sono 25 prescrizioni per il progetto esecutivo
Raddoppio della ferrovia Orte-Falconara, arriva l’ok della Soprintendenza ma ci sono 25 prescrizioni per il progetto esecutivo
di Martina Marinangeli
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Lunedì 20 Febbraio 2023, 03:15 - Ultimo aggiornamento: 08:02
ANCONA Un passo avanti nell’annoso iter che punta a far arrivare i binari marchigiani nel terzo millennio. E i binari in questione sono quelli della Orte-Falconara, per i quali è arrivato l’ok della Soprintendenza speciale per il Pnrr al progetto di fattibilità tecnico economica di Rfi per il raddoppio del lotto 2 tra Genga e Serra San Quirico. In un documento di 33 pagine, è stato cristallizzato il «parere favorevole per la compatibilità ambientale, a seguito della procedura di Via (Valutazione Impatto Ambientale)». 


Le condizioni


Un parere favorevole condizionato da ben 25 prescrizioni di cui tener conto in fase di elaborazione del progetto esecutivo e nelle attività del cantiere. Tutte comunque ritenute dai tecnici superabili in sede di realizzazione dell’opera. Molte sono standard, altre puntano a mitigare quanto più possibile l’impatto del doppio binario da un punto di vista paesaggistico e ambientale, oltre che alla tutela dei beni culturali ed archeologici presenti nell’area, con la definizione delle procedure da seguire nei cantieri in caso di ritrovamento di reperti. Scendendo nel dettaglio del documento, la Soprintendenza prescrive, ad esempio, di adottare specifiche soluzioni progettuali tali da ridurre «l’impatto di opere d’arte maggiori come gallerie e viadotti»: si va dalle forme fino ai colori, che devono armonizzarsi con il paesaggio circostante, con particolare attenzione per il viadotto presente tra la linea ferrata storica e Palombare. Per quanto riguarda la stazione di Genga, invece, «si dovrà massimizzare la permeabilità visuale e garantire l’inserimento nel paesaggio circostante attraverso adeguate soluzioni, limitando il taglio delle alberature presenti, mentre sottovie e imbocchi delle gallerie limitrofe dovranno garantire un’armonizzazione delle finiture con quelle utilizzate per la stazione stessa».

Discorso simile per la stazione di Serra San Quirico, dove si dovranno prevedere «soluzioni e finiture tali da integrarsi con quelle della stazione esistente, in particolare con il volume del Fabbricato Viaggiatori storico, mentre il piazzale dovrà limitare al massimo l’uso di asfalto e prevedere l’inserimento di alberature anche ad alto fusto».

Tutte le opere d’imbocco delle gallerie dovranno, inoltre, utilizzare materiali naturali per integrarsi al meglio con l’ambiente circostante, così come le barriere antirumore ed altri interventi che dovranno minimizzare l’inquinamento luminoso delle infrastrutture previste.


Il recupero


Tra le altre cose, viene richiesto il recupero del tratto ferroviario dismesso, che potrebbe trasformarsi in un’infrastruttura per la mobilità lenta - come ad esempio una ciclovia - in accordo con le esigenze degli enti territoriali e delle associazioni locali. Il lotto in questione è tra quelli inseriti nel Pnrr, che dovranno essere completati dunque entro il 2026. I fondi messi a disposizione dal Piano erano pari a 480 milioni di euro (445 per il raddoppio del tratto Pm228-Castelplanio e 35 milioni per quello tra Pm228 e Albacina), ma sono nel frattempo raddoppianti anche grazie al pressing fatto dall’assessorato alle Infrastrutture guidato da Francesco Baldelli. Con il Contratto di programma Mims-RFI 2022-26 sono stati previsti fondi aggiuntivi pari a 330 milioni di euro, oltre ad altri 130 milioni per il raddoppio del tratto Pm228 - Albacina. Un plus che porta la cifra totale a raggiungere il miliardo di euro.
 

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