Fratelli coltelli, Baldelli contro Baiocchi: guerra di potere a Pesaro con minaccia di dimissioni

Il pomo della discordia è il congresso provinciale per eleggere il nuovo segretario

Baldelli contro Baiocchi: guerra di potere a Pesaro con minaccia di dimissioni
Baldelli contro Baiocchi: guerra di potere a Pesaro con minaccia di dimissioni
di Martina Marinangeli
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Mercoledì 6 Dicembre 2023, 03:25 - Ultimo aggiornamento: 7 Dicembre, 08:32

Per la serie: fratelli coltelli. In questo caso, i Fratelli in questione sono quelli d’Italia, latitudine pesarese. Il pomo della discordia è il congresso provinciale per eleggere il nuovo segretario, previsto per domenica. Se negli altri territori - Ancona, Macerata, Fermo e Ascoli Piceno hanno votato la scorsa domenica - è filato tutto liscio, in quel di Pesaro Urbino si sta consumando una lotta intestina da notte dei lunghi coltelli tra due esponenti di primo piano del partito: l’assessore regionale alle Infrastrutture Francesco Baldelli e il presidente della commissione Sanità Nicola Baiocchi. 


Il caos in Regione


Una contrapposizione talmente netta che le fibrillazioni hanno fatto tremare anche Palazzo Raffaello.

La questione è tanto semplice nella sostanza quanto complicata da gestire: quella di Baiocchi è l’unica candidatura sul tavolo per la leadership di FdI Pesaro. E dalla sua ha anche la forza dei numeri. I giochi sono fatti dunque, si potrebbe pensare. E invece no, perché in politica la grana è sempre dietro l’angolo. L’assessore Baldelli non ci pensa nemmeno di cedere la golden share faticosamente conquistata sul territorio, tanto meno in favore di Baiocchi di cui, per usare un eufemismo, non è un supporter.


L’eccezione


L’unico caso in cui i due si sono trovati dalla stessa parte è stato il linciaggio di Maria Capalbo, fatta fuori dall’Ast 1 ed esiliata all’Inrca di Ancona. Ma per il resto, sono come cane e gatto. Dunque nell’ultimo periodo c’è stata una guerra all’ultima tessera e Baiocchi è riuscito a portarne dalla sua la maggior parte. A questo punto Baldelli, con una mossa da pokerista, si sarebbe giocato il tutto per tutto, arrivando a minacciare le dimissioni dalla giunta. 
Ora, è altamente improbabile che la minaccia si traduca in realtà, ma la manovra ha il suo perché: infatti, se Baldelli dovesse davvero uscire dalla giunta, tornerebbe tra i banchi del Consiglio regionale, buttando fuori da Palazzo Leopardi proprio Baiocchi, che è entrato nell’assemblea legislativa solo in seguito alla promozione di Baldelli nell’esecutivo. Sarebbe un bagno di sangue e uno scossone del genere Palazzo Raffaello non può davvero permetterselo. Non dopo essere faticosamente uscito dalla crisi di governo innescata dalla Lega poco più di due mesi fa.


La mediazione


Lo sa bene il governatore Francesco Acquaroli, che sulle fibrillazioni dei Fratelli d’Italia pesaresi si è confrontato più volte con il collega di giunta per far rientrare nei ranghi una questione che stava andando fuori controllo. Ma per quanto il presidente sia un mediatore di natura, sanare le fratture del suo partito nella provincia del nord non è un nodo (gordiano) che si riesce a sciogliere nel breve termine. E se anche lo scenario più nefasto delle dimissioni di Baldelli non si concretizzerà, la diatriba è tutto fuorché risolta. Baiocchi, si diceva, può contare su un numero maggiore di tessere e quindi, al netto di colpi di scena last minute, vincerà il congresso. Ma Baldelli, oltre ad avere una maggiore forza elettorale - è risultato il terzo più votato del centrodestra alle Regionali del 2020 - può anche contare sull’asse con Roma garantito dal fratello deputato Antonio. 


La geografia


Un bacino di potere non indifferente se si considera che i Baldelli vengono dal piccolo comune di Pergola. Potere che verrebbe oscurato dall’ascesa di Baiocchi, che da segretario provinciale con ogni probabilità punterebbe a ridimensionarne l’egemonia. Una lotta tutta interna al granitico partito di FdI, che poi, alla fine, così granitico non è. 

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