ANCONA - L’anno scorso, circa 8mila marchigiani sono caduti nella rete dei cybercriminali. Il 32% aveva tra i 27 e i 40 anni, il 22% tra i 41 e i 56 e l’11% tra 57 e 64 anni. «Con perdita media per ogni ingannato stimata oltre 2mila euro» precisa l’avvocato pesarese Floro Bisello, il segretario nazionale dell’associazione a difesa dei Consumatori.
Il quadro
Stima inoltre che nell’anno in corso si sia verificato un attacco di phishing (false e-mail) ogni 11 secondi e, considerando che quasi l’1,2% sono dannose, con il Smishing (truffa tramite sms) rappresentano oltre il 60% di tutti gli attacchi di social engineering.
I casi
O il caso di una commercialista di Ancona che proprio per non cadere nel mirino di pirati informatici ha dato le sue credenziali ad una falsa e-mail di Banco Posta ed è stata spogliata di 50mila euro con 4 bonifici indirizzati a conti correnti di 4 banche differenti intestati a prestanomi. O ancora la storia della sim clonata di un imprenditore pesarese a cui sono stati sottratti 37.500 euro. «Poi – aggiunge – c’è il pericolo del Vishing. Truffa telefonica che convince di un investimento redditizio, di una persona cara nel bisogno, fa leva sulla paura e l’altruismo ed offuscando la capacità di giudizio della vittima gli sottrae denaro e dati sensibili». Senza dimenticare la tecnologia Nfc o contactless. «Con un cellulare dotato di una specifica app – avverte - un truffatore, avvicinandosi, può carpire i dati della carta e fare le transazioni senza codice di sicurezza». Come difendersi? «Procedere giudizialmente con una denuncia-querela - risponde - è inutile perché spesso i truffatori non hanno nulla. Mentre come Adusbef presentiamo ricorsi avanti l’Arbitro bancario e finanziario (ABF) corredati di documentazione probatoria e nei casi citati ha portato risultati». Spiega che la legge impone alle banche l’obbligo di risarcire i clienti truffati a causa di falle dei sistemi di sicurezza degli istituti e di rispondere al danno patito dal cliente per responsabilità oggettiva aggravata, salvo che dimostri di aver adottato tutte le misure per evitare il danno e se l’utente ha agito con dolo o colpa grave.