La riunione dei primari dell'ospedale regionale con il governatore Acquaroli e Ciccioli. L'assessore Saltamartini non invitato. Ecco chi c'era

La riunione dei primari dell'ospedale regionale con il governatore Acquaroli e Ciccioli. L'assessore Saltamartini non invitato. Ecco chi c'era
di Andrea Taffi
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Giovedì 24 Giugno 2021, 03:05 - Ultimo aggiornamento: 9 Marzo, 03:35

ANCONA Vista da fuori, era sembrata una riunione come tante altre: una decina di direttori di unità operativa complessa al settimo piano di palazzo Raffaello a confronto con il governatore. Un po’ meno aveva fatto pensare la presenza del capogruppo di Fratelli d’Italia in consiglio regionale Carlo Ciccioli al loro fianco e, ancora meno, l’assenza del titolare della Sanità Filippo Saltamartini   (in quota Lega), evidentemente all’oscuro.

Tanto è bastato per accendere un vespaio di chiacchiere che, da più di una settimana, hanno messo in agitazione i corridoi di Torrette alla luce del concomitante inizio della campagna di ascolto sul piano socio-sanitario che proprio il governatore Acquaroli ha avviato la scorsa settimana da Sassocorvaro. Perna, Offidani, Svegliati Baroni, Argalia, Silvestrini, Iacoangeli, Moroncini, Riccio, Carbonari e Gigante sarebbero stati i nomi più in vista della delegazione piuttosto qualificata.


Il piatto è ricco
La materia è scottante, il piatto molto ricco: la sanità occupa l’80% del bilancio della Regione Marche e Torrette ne è il fiore all’occhiello. A questo punto, dopo mesi di pandemia, sembra essere arrivato il momento chiave. Quello in cui il centrodestra dovrà far capire cosa intende fare degli ospedali (quelli da costruire e quelli esistenti), della sanità territoriale e, per venire ad argomenti più prosaici, anche delle figure dirigenziali che guideranno i prossimi quattro anni di Acquaroli. Le voci di corridoio hanno fermato il pallino della discussione avvenuta a palazzo Raffaello sulle testimonianze dei medici che hanno chiesto sostegno e garanzie al governatore sui potenziamenti dei reparti. Teoricamente, materia di routine. «Ma è normale che un blocco di medici di quella portata si sposti in Regione per discutere di potenziamento di reparti senza coinvolgere il direttore generale?» si interroga un esperto delle cose di Torrette.

Naturalmente no. Ma sarebbe da ipocriti sollevare questioni di grammatica, scorciatoie e garbo istituzionale in fatto di politica sanitaria. Così come è probabile che il presidente Acquaroli, secondo la propria cultura istituzionale, non si sia sottratto al confronto ascoltando con attenzione come in genere fa con tutti che transitano dal suo studio. L’assenza di Saltamartini (e la presenza di Ciccioli) hanno invece aizzato clamori e sospetti. Lo stesso assessore alla Sanità nella successiva riunione di maggioranza a questo summit del settimo piano, contando le parole, avrebbe fatto riferimento con venatura scocciata a «qualcuno che invade il campo». Parlava di Ciccioli, ovviamente. E dell’ennesimo duello Lega-FdI.


Il riferimento velato
Il riferimento, ovviamente, non era al governatore quanto a Ciccioli. Che il capogruppo di FdI sia il primo degli esclusi dalla giunta è cosa arcinota e che punti ad avere un posto al sole (il 2023 è più vicino di quanto sembri) anche. Parimenti Saltamartini tiene moltissimo al suo settore: per scrupolo, missione personale e di coalizione. Fino e oltre il limite della seccatura poi se si parla della sua delega e lui non viene coinvolto. La versione di Palazzo Raffaello è molto low profile: è stato solo un malinteso, i rapporti tra Acquaroli e Saltamartini sono buoni.


Lo scetticismo condiviso
In un momento, peraltro, in cui proprio Saltamartini con Acquaroli aveva condiviso lo scetticismo sulla nomina di Carelli all’Area Vasta 4. Un allineamento contro il volere della Lega stessa che sull’ex direttore amministrativo di Asur Marche ai tempi di Ciccarelli era, invece, sembrata abbastanza convinta. Al contrario, probabilmente proprio per questa divergenza di valutazione, la terna per l’Area Vasta 4 ancora non è decollata. E per attendere il sostituto del dimissionario Licio Livini ci sarà bisogno ancora di tempo.

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