Ospedale, il centrodestra stoppa tutto ma poi apre: «Muraglia si farà, ma non sarà unico»

Ospedale, il centrodestra stoppa tutto ma poi apre: «Muraglia si farà, ma non sarà unico»
Ospedale, il centrodestra stoppa tutto ma poi apre: «Muraglia si farà, ma non sarà unico»
di Andrea Taffi
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Giovedì 12 Novembre 2020, 09:32 - Ultimo aggiornamento: 8 Marzo, 11:09

ANCONA - Sarebbe una non-notizia, secondo la narrazione del centrodestra. E cioè? L’ospedale nuovo di Pesaro si farà ma non sarà unico.

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Dopo che il governatore Acquaroli aveva precisato con fermezza prima del consiglio regionale («niente ospedali unici») ecco il sole, a ciel sereno: «Ma quale fulmine, a Muraglia ci sarà una struttura nuova ma con meno posti» sottolineano da Lega e FdI come risposta banale ai boatos di inizio settimana. Lo avrebbe detto Acquaroli ai suoi di FdI e altrettanto pare abbia fatto il commissario della Lega Marchetti con lo staff del Carroccio. 

Il programma elettorale

Tutti che indicano il programma elettorale allargando le braccia e spalancando gli occhi: «L’abbiamo sempre detto» è il coro del day after.

Insomma, a sentire la nuova maggioranza della Regione, si è trattato di una tempesta in un bicchier d’acqua. Ma non era stato il governatore Acquaroli lunedi mattina a richiamare maggioranza e giunta con convocazione alle 8.30? Anche quella ordinaria routine, evidentemente. E la risoluzione votata in aula per rivedere il piano sociosanitario e sospendere tutti gli ospedali unici? «Male interpretata» dicono gli stati maggiori della maggioranza. La versione che si cerca di far passare è un’acqua di rose diluitissima: «Sarebbe stato un capitolo da affrontare più avanti non certo in piena pandemia - dice un esponente del Carroccio - e che si è presentato in anticipo». Ma se Acquaroli ha dovuto precisarlo un qualche tipo di problema ci sarà stato. Niente di grave, sottolineano dal centrodestra. Si minimizza una serie di mal di pancia che ormai si mettono in fila come i birilli: i rapporti tra Saltamartini e i manager sanitari sono deteriorati (si parla della Di Furia pronta a rimettere il mandato che le scade a gennaio); ieri sette sigle sindacali dei medici si sono alzate dal tavolo «perché l’assessore era in ritardo». Una dichiarazione palesemente pretestuosa, mai vista in decenni di trattative sindacali. Marchetti difende Saltamartini che sul punto non ha voluto replicare: «Saltamartini non doveva andare a quel tavolo - dice l’onorevole e commissario - È andato ai primi due incontri perché voleva capire il problema poi ha lasciato i dirigenti a trattare, ovvero le figure tecniche preposte. Sono azioni strumentali: Saltamartini ha fondato il Sap, il sindacato di polizia. Volete che non sappia come ci si comporta in una trattativa?».

Le ultime quattro settimane

Può darsi che sia come dice Marchetti. Intanto i fatti dicono che in quattro settimane i vertici sanitari sono stati convocati tre volte al settimo piano davanti alla giunta: due di domenica, la prossima è in agenda sabato. Domenica scorsa ai lati di Acquaroli c’erano Castelli e Aguzzi, Saltamartini era distante diversi posti. «Ma no, quello è il posto consueto di Saltamartini» liquida la questione il governatore Acquaroli in due parole. Sarà anche questo, certamente. Ma intanto la sensazione è che il governatore stia allestendo una cabina di regia per la sanità per sostenere l’assessore delegato che di questioni ne deve affrontare molte. Il terzo incontro di sabato, a sei giorni dal precedente, evidenzia che la modalità produce risultati, altrimenti non ci sarebbe motivo per allargare, e di così tanto, il cerchio.

Nessuna cabina di regia

«Non è vero, nessuna cabina di regia» ha ribattuto Acquaroli a chi gli ha mosso l’obiezione. E la Lega si affretta a sminare il terreno dei prossimo delicatissimi giorni in tema di pandemia: «Non sottovalutate Saltamartini, lui fa il suo alla grande» sorride seriamente Marchetti che nel non-detto sembra quasi alludere a qualcuno in giunta che, al contrario dell’ex questore prestato al servizio salute, si occupa di questioni fuori dal seminato. Come succede in una cabina di regia. Tipo Castelli o Aguzzi? «No, non mi permetterei mai di fare queste valutazioni» taglia corto il commissario. E Acquaroli alla fine della serata chiude il cerchio del gioco di specchi da governatore impeccabile: «È una giunta di gente che ha amministrato il territorio, ce ne fossero di squadre come questa». 

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